Il vetustissimo titolo, quantunque di modeste proporzioni, fu uno dei più celebri di Roma cristiana; perché la sua origine datava dalle persecuzioni.

Gli atti di S. Marcello narrano che quel titolo era una casa donata ai cristiani dallo stesso imperatore Diocleziano nel tempo, che questi favoriva la nuova religione, ove si tenevano riunioni presiedute dallo stesso Pontefice e dove, in tempo di persecuzione, Ciriaco soccorreva i fedeli condannati alla costruzione delle Terme. Gran cura ebbero sempre i Papi di questo titolo, come narra il Libro Pontificale nelle biografie di Adriano I°, Leone III°, e Gregorio IV°.

L’abbandono e la rovina della piccola chiesa, avvenuta nel secolo XVI°, certamente devesi alla cattiva fama, che avevano tutte le Terme di Diocleziano dopo le orgie della Vannozza e il fratricidio perpretato in questi luoghi dal mostruoso Duca Valentino Borgia.

Quando S. Brunone, fondatore dei Certosini, e Gavino suo compagno supplicarono Urbano II° per avere un nuovo monastero nelle Terme, il Papa con Breve in data 1091 sottopose alla cura dei Monaci l’antichissima chiesina di S. Ciriaco. E i Certosini, benché in numero esiguo, abitarono per qualche secolo tra le rovine delle Terme: l’Anonimo di Torino, nel Catalogo delle Chiese di Roma, nel secolo XIV° notava la presenza di quattro monaci di quell’ordine in questa Chiesina (M. Armellini.- “Le Chiese di Roma dal sec. IV° al XIX°”.- 2° edizione Roma Tip. Vaticana 1891 pag. 47.) .

Ricordando questo antico diritto, e altra concessione confermata con Bolla di Urbano V° nel 1370, con la quale si dava facoltà a Nicolò Orsini Conte di Monupello di poter erigere un Monastero di Certosini alle Terme, nella nuova Chiesa della Vergine degli Angeli furono posti quei monaci e vi fu trasferito il Titolo Cardinalizio di S. Ciriaco nella seconda metà del secolo XVI°.