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Significati delle Sculture
 

(A piè di pagina le immagini citate in questo articolo)

In uno splendido saggio dedicato ad Augusto, P. Zanker dimostra come un grande mutamento del sistema politico, quale il passaggio dalla Repubblica all’Impero, possa condurre, con un programma ideologico ben studiato, al mutamento del linguaggio visivo:che riflette e nello stesso tempo condiziona in modo essenziale l’evoluzione della mentalità.

Nel successo concepito dal programma di rinnovamento augusteo, si può cogliere in maniera straordinaria l’effetto di un apparato propagandistico utilizzato con raffinata sapienza a scopo demagogico e autocelebrativo. Ecco quindi che i poemi, le sculture, le architetture, le immagini stesse delle divinità sono latori di un messaggio più profondo che supera quello apparente, per diventare simbolo e segno con cui lanciare precisi messaggi.

Inizia proprio con Augusto il gioco sottile delle identificazioni; egli infatti dedicherà il suo Foro a Marte e a Venere, eletti a capostipiti divini della Gens Giulia, perché connessi l’uno con la leggenda di Romolo, l’altra con la venuta di Enea a Roma. In questo modo Augusto poteva sancire il suo diritto assoluto, per discendenza diretta da Enea e dal primo re di Roma, a divenire imperatore a discapito dell’altro concorrente, Marco Antonio.

Agrippa, il suo più importante consigliere e successivamente sposo di sua figlia Giulia, fu il primo uomo che, seguendo il clima della politica augustea, realizzò a Roma, in Campo Marzio, la costruzione di un complesso termale (tavole 108, 109) come atto di liberalità e mecenatismo, rendendo gratuito l’ingresso ad uomini e donne per tutto l’anno. Era la prima volta che accadeva un fatto del genere, che venne ancor più enfatizzato da altre iniziative di questo tipo: si facevano distribuzioni pubbliche di olio e sale, a teatro venivano gettate tessere tra la folla con le quali si poteva ottenere denaro e vestiti, nel circo erano esposti oggetti bellissimi a completa disposizione del pubblico.

La grande intuizione di Agrippa fu quella di concepire le terme come dei veri e propri raccoglitori museali, dove potessero essere messi in mostra statue e gruppi scultorei, ottenendo così un’ulteriore funzione per le terme che diventavano luoghi di cultura, di incontro e di educazione.

In epoca neroniana il fenomeno si fa sempre più evidente: viene introdotto un nuovo schema planimetrico per le terme concepite con un corpo centrale nel quale si concentrano le parti funzionali e le attività del bagno, ed una serie di ambienti decentrati, destinati a manifestazioni culturali, esibizioni letterarie, esercitazioni musicali (tavola 110). Sale definite con il nome di Musea, perché vi si svolgevano attività artistiche sotto la protezione delle Muse, o aventi la funzione di vere e proprie biblioteche. Per comprendere l’importanza delle biblioteche annesse alle terme imperiali, basti pensare alla grandezza di quelle costruite nelle Terme di Caracalla agli angoli del recinto del lato sud (tavola 111) dove si possono ancora notare i fori per gli armadi che contenevano i Rotuli. In occasione dell’inaugurazione delle nuove Terme di Diocleziano, come precedentemente detto, secondo una testimonianza di Olimpiodoro riferita da Fozio, furono trasferiti in essa i libri contenuti nelle due biblioteche del Foro di Traiano.

L’importanza data dagli imperatori alla decorazione delle terme è testimoniata archeologicamente da alcuni straordinari ritrovamenti: il gruppo del Laocoonte (tavola 103) rinvenuto nelle Terme di Traiano e forse già appartenuto alla sottostante domus Aurea, il Toro Farnese (tavola 102) collocato nella palestra delle Terme di Caracalla, insieme a due statue di Ercole, una delle quali colossale proveniente dal Frigidarium (tavola 104), e la Flora Farnese (tavola 115), oggi facenti parte della Collezione Farnese al Museo di Napoli, il Principe Ellenistico e il Pugilatore (tavole 112, 113), nonché le due statue di Dioscuri attribuiti dalla tradizione a Prassitele e a Fidia e ancora oggi presenti sulla fontana in piazza del Quirinale, provenienti dalle Terme di Costantino.

Bisogna infine ricordare la massiccia presenza in questi complessi di una grande quantità di originali greci, spesso di autori famosi, testimoniata dalle fonti. La presenza di prestigiose sculture, donate dagli imperatori o da personaggi importanti e facoltosi, rendeva fama e popolarità e costituiva un vero e proprio gesto politico e di autocelebrazione.

Questo porterà gli imperatori ad abbellire, con precisi programmi decorativi, in particolare le terme, dove le sculture di divinità, degli stessi imperatori e delle loro famiglie assumevano un significato particolare per la loro valenza propagandistica. Così Ercole era presente nelle Terme Antoniane in quanto Caracalla prese l’appellativo di “Erculeo”, mentre Diocleziano sembra usasse quello di “Iovius” e per questo assume particolare significato il torso proveniente da questo bagno e attribuito a Zeus (tavola 91). Diocleziano inoltre chiamerà Aqua Iovia il ramo dell’Aqua Marcia da lui costruito appositamente per le sue terme.

La funzione museale che assumono progressivamente i complessi termali pubblici è testimoniata dalla scelta, nella decorazione, di opere considerate di grande livello artistico, dagli originali di scultori famosi alle repliche di copisti eccellenti, che danno luogo al riuso e allo spostamento di capolavori scultorei a volte provenienti direttamente dai palazzi imperiali. In questo ultimo caso la magnanimità del monarca aveva lo scopo di renderlo amato ed acclamato da tutto il popolo. La frequentazione in epoca imperiale di una grande moltitudine di persone appartenenti a ogni livello sociale garantiva, infatti, la fruizione pubblica di tali opere.

Il complesso termale costituisce,pertanto, sia in ambito urbano sia provinciale, uno dei poli più qualificati della struttura urbanistica, nel quale la cultura fisica si coniuga felicemente con la ricreazione dello spirito, in un ambiente che sia sotto l’aspetto architettonico, sia sotto l’aspetto decorativo, è un’espressione tra le più rappresentative dell’età classica.

Mirella Serlorenzi e Stefania Laurenti
(Terme di Diocleziano - S. Maria degli Angeli, EDUP srl, 2002).

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Tavola 102
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Tavola 103
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Tavola 91
 
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Tavola 115
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