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Benedetto XVI lascia il soglio
  PAPA RATZINGER LASCIA IL SOGLIO PONTIFICIO RIMETTENDOSI ALLA DIVINA PROVVIDENZA

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Il giorno undici febbraio, nella storia della Chiesa, ha avuto sempre una grande importanza, basta ricordare l’apparizione a Lourdes della Madonna,  la sottoscrizione del concordato con la S.Sede  del 1929, che poneva termine ad un lungo dissidio, oppure  alla giornata del malato e Papa Benedetto XVI ha ritenuto di dare al mondo la sconvolgente notizia della sua abdicazione,  sesto pontefice nella storia , in tale giorno.

Per  dovere di cronaca , la rinuncia da parte di papa Ratzinger è  contemplata  nel secondo comma del canone 332 del diritto Canonico, che prevede che il Papa rinunzi al suo ufficio,sottoponendo tale validità  a tre condizioni essenziali:  che detta rinunzia sia libera, quindi non coartata, che venga  debitamente manifestata  e che non sia sottoposta ad  accettazione.
Non v’ha dubbio, però,  che la reazione nel mondo intero, a tale annuncio, sia stata di grande costernazione, non essendo  mai avvenuto nei tempi moderni, che un Papa si dimettesse,  né poteva avere giustificazione che agli albori del Cristianesimo Clemente I e Ponziano entrambi santi, rinunziassero in quanto perseguitati, per dare una guida ai fedeli , per non citare il  famoso eremita papa Celestino V, molto  ammirato da Papa Ratzinger che, durante un omaggio a Collemaggio ,  lasciò il pallio della sua elezione, gesto più che significativo, legandosi così oggi  alla polemica dantesca, che potrebbe  da alcuni essereGli  estesa  “ dalla Croce non si scende “ .                 

L’annuncio del Papa alla rinuncia nell’amato latino, lingua della Chiesa, ad un ristretto collegio di cardinali ,  è stato , invece, sicuramente molto ponderato, alla luce soprattutto  della esperienza vissuta da Papa Giovanni Paolo II, per la triste constatazione dell’affievolirsi delle capacità mentali che Lo avrebbero fiaccato non consentendoGli  di “esercitare in modo  adeguato  il ministero petrino”. Ciò nonostante   che   l’ evento abbia una  portata storica sconvolgente è indubitabile ,in quanto si potrebbe verificare di avere un papa a tempo e quindi , come nel caso di specie due papi, entrambi viventi che vuoi o non  vuoi potrebbero costituire una presenza un po’ imbarazzante soprattutto per il nuovo  eletto,tant’è che l’abdicazione ha offerto lo spunto per imputare alla  Chiesa una forma di laicizzazione , come subito si è corsi a puntualizzare per  sminuire la credibilità del Papa , senza comprenderne, essendone impoveriti,  il profondo significato spirituale di un atto di amore e di responsabilità.

Conoscendo, difatti, a fondo il pensiero di Papa Ratzinger, profondo teologo e filosofo  arricchito dalla piena dedizione  alla Chiesa, completo amore per Gesù, e  forte umiltà, lasciare la missione di pastore universale, deve esserGli costato, nel valutarne le conseguenze, moltissimo dolore e sofferenza , alla luce anche degli episodi spiacevoli inaspettati e malevoli, a lungo esaminati e  forse vinti, da una sola grande speranza, quella di  rimettersi alla Divina  Provvidenza ,nella consapevolezza che  solo attraverso la nomina di un altro Papa  potesse attuarsi quella necessaria purificazione di cui la  Chiesa oggi e non domani, ha urgente  bisogno, conscio  realisticamente, che l’avanzare della età non  Gli avrebbe consentito di dare quella voluta svolta epocale.
Se questo pensiero è nel giusto, la rinuncia è un atto santo e la figura di Benedetto XVI non potrà non risplendere nella storia, non solo della Chiesa, come il più bel’atto di amore e di umiltà che un papa abbia mai attuato per il mondo  .   

Giovanni Borrelli

 

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