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Iniziata sotto una pioggia incessante, nel buio di un mattino che faticava ad imporsi al nuvolone nero che copriva la città e scaricava pioggia su di noi ed il pullman, il sole ha infine vinto illuminando i luoghi ameni che abbiamo visitato. La visita alla città ha inizio dal monumento meno antico presente a Todi, perché è il primo che s’incontra, giustamente ubicato fuori le mura di cinta medievali che circondano la città. La nostra guida ci aspettava, infatti, al Tempio della Consolazione, espressione della spinta artistica ed innovatrice dell’epoca rinascimentale di cui la città beneficiò nel 1500 dopo un lungo periodo di decadenza . Da lì chi con un minibus chi a piedi siamo saliti alla città dove abbiamo reso omaggio al suo cittadino più illustre il noto Jacopone da Todi, visitando la tomba custodita nella pregevole chiesa di San Fortunato. Era simpatico come la guida definisse tale chiesa “inutile” essendo il Duomo e l’annessa chiesa della Madonna del Campione da sempre più che sufficiente per le esigenze dei cittadini La chiesa viene aperta solo in occasione della festa del Patrono che è appunto San Fortunato che fu un vescovo talmente amato che fu irrinunciabile per il popolo dedicargli una chiesa. E che chiesa! Così ricca e preziosa che fu un tale salasso per la città che alla fine non ebbero più denaro sufficiente a completarla. C’è qualcuno di noi che ritiene che questa chiesa non usata è, addirittura, più bella del Duomo. Lasciata la chiesa che, peraltro custodisce la tomba di Jacopone, abbiamo raggiunto la vicina Piazza del Popolo dove abbiamo ammirato i palazzi civili del priore e del popolo, siamo entrati nel Duomo adorno di un campanile un po’ approssimativo a causa dei vari eventi calamitosi che lo hanno afflitto, bersaglio preferito di fulmini e terremoti. L’elegante essenzialità degli interni, rivela a sorpresa sulla parete d’ingresso un ambizioso giudizio universale ispirato a quello di Michelangelo, eseguito dal Ferraù di Faenza nel 1596. La visita termina alle 13,30, ora in cui siamo attesi dal ristorante neanche a dirlo “Jacopone”, dove fra chiacchiere e brindisi abbiamo modo di gustare i seguenti piatti:
Antipasto misto - Risotto ai funghi - Pasticcio Jacopone - Spezzatino di cinghiale - Patate al forno - Insalata mista - Dolce e caffè - Acqua minerale e vini bianco e rosso.

Soddisfatta la fame di cultura prima e quella derivante dalla sopraggiunta ora del desinare poi, passeggiando tra i vicoli antichi alla ricerca chi delle cisterne romane chi dei nicchioni romani chi della torre per la vista sulla vallata, ci siamo ritrovati nella Chiesa della Madonna del Campione, ubicata nella via dell’antico mercato cittadino, dove don Giuseppe Blanda, il nostro vice Parroco della basilica di Santa Maria degli Angeli, si è poi preso cura della anima dei presenti, celebrando la messa alle 16,30. Prima della funzione religiosa, don Giuseppe Blanda ci ha annunciato che il 28 maggio del 2010 festeggerà a Lourdes il cinquantenario della sua ordinazione a sacerdote, cerimonia alla quale ha invitato tutti i soci del “Salotto di conversazione” e per la quale saranno organizzati voli aerei con partenza da Roma e da Palermo.

Ma, in modo veramente toccante, don Giuseppe ha anche spiegato che la scelta di tale luogo per i festeggiamenti non deriva dalla sua carica di Cappellano a Lourdes, ma è conseguenza dalla vicenda personale da egli vissuta nell’estate, di cui ha partecipato gli astanti, dove la Madonna ha operato prodigiosamente, portando a felice conclusione il suo percorso di dolore e di solitaria trepidazione. Certo è che tornando a casa animati di nuova speranza, ma scanzonati nel cantare a squarciagola, complice la chitarra del nostro consigliere Massimo Montebello, Jacopone impietoso osservatore della realtà umana e terrena, nemico acerrimo della sua caducità e vanità, avrebbe tuonato più contro di noi che, forse, contro “o Papa Bonifatio “ che lo aveva scomunicato.

(Cinzia Longo)