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Mitoraj: «Michelangelo mi ha aperto le porte» Il grande scultore presenta i suoi altorilievi per l’ingresso della Basilica di Santa Maria degli Angeli (Costanzo Costantini)
«Una Porta», diceva Giacomo Manzù, «se non la fa
il Ghiberti, o uno scultore che sia ispirato, non si trasforma in una scultura,
in un evento artistico, ma resta una Porta». Ma la Porta della
Morte che lo scultore bergamasco realizzò per la Basilica di San Pietro
e che venne consacrata da Paolo VI il 28 giugno del 1964 è considerata un
capolavoro, degno del Ghiberti. La stessa cosa si può dire delle Porte per
Basilica di Santa Maria degli Angeli firmate da Igor Mitoraj e
che verranno inaugurate ufficialmente il 28 prossimo. Si tratta di due grandi
altorilievi in bronzo che celebrano l'Annunciazione dell'Angelo a Maria e la
Resurrezione di Cristo, entrambe segnate dallo stile che è proprio
dell'artista polacco, il quale ha realizzato anche una testa di San Giovanni
Battista che verrà collocata all'interno della Basilica nella Cappella
di San Pietro.
Igor Mitoraj non ha bisogno di presentazione.
Nato nel 1944 a Oederan, un paesino nelle vicinanze di Dresda, da un profuga polacca e da
legionario francese che lui non ha mai conosciuto, aveva dovuto affrontare una giovinezza
errabonda e quanto mai difficile, finché non era riuscito a realizzare le prime
sculture e via via ad affermarsi: Oggi è uno scultore di prestigio internazionale,
con studi a Pietrasanta e a Parigi. Legato all'Italia e in particolare alla capitale italiana,
ha dedicato alla Città Eterna Dea Roma , la grande scultura in travertino che
si erge a Piazza Monte Grappa, fra il Lungotevere Oberdan e il Lungotevere delle Armi. Denominato
dalla stampa il «Michelangelo venuto dall'Est», una definizione che gli ha sempre
creato un grande disagio, non poteva non ispirarsi, nel concepire le due Porte, al genio del
sommo scultore. «Non potevo non pensare, anche inconsciamente, a Michelangelo»,
confessa. «Mi è venuto dinanzi agli occhi della mente il Cristo nudo con la croce
in mano di Michelangelo che è nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva. Con queste porte
ho voluto rappresentare due dei temi principali della fede cristiana, visti come della Croce sulla
Morte e sul Male. E' stato un grande onore per me essere chiamato ad eseguire queste opere».
Ricavata all'interno del corpo centrale delle Terme di Diocleziano ormai in rovina, la Basilica di
Santa Maria degli Angeli rappresenta il simbolo della vittoria del Cristianesimo sul paganesimo.
Già nel 1550 esisteva sul luogo una piccola chiesa dedicata alla “Vergine Regina degli
Angeli”, ma una decina di anni dopo Papa Pio IV aveva indetto un concorso che era stato vinto
da Michelangelo, il quale, benché quasi novantenne, aveva dato una ultima prova del suo
genio intramontabile. Fu in questa Basilica che nel 1993 vennero celebrate le esequie di Federico
Fellini, del quale Igor Mitoraj era amico e ammiratore. Il rito venne officiato
dal cardinale Achille Silvestrini, il quale disse nell'omelia: «Federico Fellini, lui
signore delle immagini, è partito dalla penombra d'una lunga agonia in cerca del Signore,
per chiedergli - come Nicodemo nel Vangelo secondo Giovanni - perché mai un uomo
rinasca quando è invecchiato. Federico Fellini rinascerà perché conosceva
il soffio dello Spirito, quel soffio del quale percepiva i suoni misteriosi e dal quale traeva
la sua forza poetica».
Promossa dalla Diocesi di Roma e dal rettore della Basilica monsignor Renzo Giuliano, con il
patrocinio delle massime istituzioni della capitale, in collaborazione della Finmeccanica,
già sponsor di Dea Roma, la realizzazione delle due Porte rinnoverà l'aspetto
della Basilica, che viene ogni giorno da centinaia di fedeli. I bassorilievi di Mitoraj
prenderanno il posto delle due porte lignee risalenti al 1950 e visibilmente
deteriorate. Per l'occasione il Cigno Galileo Galilei allestirà nella navata della
Basilica un mostra dei bozzetti delle due Porte che resterà aperta sino
alla fine di aprile 2006.
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