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Le Terme di Diocleziano non sono soltanto le più grandi del mondo romano, ma anche le più suggestive, per il fatto di conservare alcuni ambienti completi di copertura (tavola 87). Le Terme di Caracalla, infatti, pur essendo meglio conservate per non aver subito riutilizzi così compromettenti, tuttavia non presentano nessuna copertura: è sicuramente più facile comprenderne lo sviluppo planimetrico, ma è assai più arduo capirne la volumetria. Diversamente, nessuna immaginazione può renderci l’emozione di entrare in S.Maria degli Angeli, il Frigidarium delle Terme di Diocleziano alto circa 30 metri, e non esserne meravigliati dall’immensità.
In età romana l’architettura intende celebrare l’uomo, la magnificenza e il gigantismo delle masse vengono vissuti come potere umano, l’uomo è riuscito a sfidare la natura e con le proprie mani ha creato complessi architettonici simili a montagne.
All’interno tutto è prefetto e funzionale, tutto è stato studiato nel dettaglio, e nulla è lasciato al caso. Desta meraviglia il virtuosismo della copertura del Frigidarium, composta da tre grandi Volte a Crociera che coprono una lunghezza di 61 metri, una larghezza di 25 metri, sotto alle quali erano poste otto colossali colonne di granito rosa alte 13,80 metri, con una circonferenza di 5,10 metri e un diametro alla base di 1,62 metri. Anche gli ambienti accanto pur essendo molto più bassi ci danno la stessa sensazione di imponenza. Il contrasto della semplicità della pianta, razionalmente costruita, con ampie simmetrie intorno alla basilica e la fantasiosità di alcuni ambienti mistilinei, ne fanno un vero capolavoro. In particolare nel Museo delle Terme si può osservare l’aula con doppio Abside interpretata come Apoditerium ed il Vestibolo ad essa annesso, sempre con copertura a triplice crociera; locali che purtroppo sono andati distrutti nella parte ovest. In questo lato è conservata la cosiddetta aula del ”Planetario”, mancante, invece, insieme agli altri tre ambienti ad est del Calidario. L’aula del “Planetario” (tavole 75, 76, 77) si presenta in pianta come un ottagono che, a lati alterni, accoglie delle profonde Absidi, sicuramente completate da gruppi scultorei. L’ottagono è chiuso da una Volta ad Ombrello, rivelando un grande virtuosismo tecnico, da parte dell’architetto, anche se tali volte erano già state sperimentate da Adriano (117-135) nella sua Villa a Tivoli. La calotta ha un diametro di 23 metri ed una altezza di ben 27 metri, con Oculo centrale. La soluzione adottata per l’ambiente dove oggi è la chiesa di S.Bernardo è leggermente differente: l’aula è minore per dimensioni ed ha una pianta circolare, pur avendo come nell’aula ottagona quattro profonde Absidi e quattro ingressi assiali.
Splendide sono le ricostruzioni fatte da E.Paulin nella seconda metà dell’Ottocento (tavole 61, 87, 107), dopo aver realizzato, con scrupolo e precisione, i rilievi delle strutture. Le decorazioni proposte dall’autore sono per la maggior parte di fantasia, ma sono fondamentali per darci un’idea abbastanza vicina alla realtà del fasto decorativo di questo complesso, che invece nella nostra memoria è stato registrato come un monumento realizzato da nudi muri in mattoni.
Mirella Serlorenzi e Stefania Laurenti
(Terme di Diocleziano - S. Maria degli Angeli, EDUP srl, 2002).
