S. Maria degli Angeli e dei Martiri
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L'Immacolata
  di Pietro Bianchi
Foto Archivio  
From www.santamariadegliangeliroma.it:immacolata,

Il dipinto fu commissionato al romano Pietro Bianchi (1694-1740), detto “Il Creatura”, per l’altare della cappella del Coro nella Basilica Vaticana e dopo la traduzione in mosaico fu trasferito a S. Maria degli Angeli.

Esso si trova nel transetto sinistro, lato destro confinante con il presbiterio; ha accanto la “Resurrezione di Tabita” di Placido Costanzi e di fronte la “Messa di S. Basilio” di Pierre-Hubert Subleyras.

Dobbiamo ricordare che a partire dal 1727 furono trasferite a S. Maria degli Angeli, sotto i pontificati di Benedetto XIII, Pier Francesco Orsini (1724-1730) e Clemente XII, Lorenzo Corsini (1730-1740), le 12 grandi pale d’altare che attualmente si trovano, quattro nel presbiterio e otto nella navata trasversale, allorché quei papi decisero di sostituirle, nel nuovo S. Pietro, con copie in mosaico corrispondenti alla grandezza dei nuovi altari e per salvare i quadri dai guasti dell’umidità. Il trasferimento fu completato sotto il pontificato di Benedetto XIV, Prospero Lambertini (1740-1758), come ricorda l’iscrizione che si legge in alto, sulla parete d’ingresso della basilica, lato interno, che così recita:

BENEDICTO XIV PONT. MAX.
QUOD IN VATICANA BASILICA COLLOCATIS
E VERMICULATO EMBLEMATE STRUCTIS ALIQUOT TABULIS
EGREGIAS PICTURAS INDE AMOTAS HUC TRANSFERRI IUSSERIT
CARTHUSIANOS AD NOBILISSIMAM AEDEM EXORNANDAM
TANTO MUNERE IMPVLERIT CARTH. ORDO.

Per accogliere tutte queste opere imponenti, l’architetto Clemente Orlandi, preposto alla direzione dei lavori di ristrutturazione di S. Maria degli Angeli, prima di Luigi Vanvitelli, modificò il sistema decorativo del presbiterio chiudendo le finestre michelangiolesche e aprendone delle nuove, alterando l’intero sistema di illuminazione; dovette poi procurarsi, con il tamponamento di tre degli arconi all’incrocio dei bracci del transetto, superfici murarie sufficientemente vaste per porvi quei dipinti di misura affatto comune.

Secondo le ultime ricerche, l’alterazione del progetto michelangiolesco, fu dovuto, in gran parte, non tanto al Vanvitelli, che intervenne in un momento successivo, quanto a Clemente Orlandi.

Il dipinto rappresenta la Concezione di Maria Vergine, con la Madonna assisa sopra un monte di nuvole.

Nota Guglielmo Matthiae:

“La pala è architettata in una forma tradizionale ed accademica ed in modi piuttosto leziosi.
Ai piedi della dolciastra e manierata figura di Maria sono i due santi francescani Francesco d’Assisi e Antonio da Padova; ad essi è stato aggiunto il dottore della chiesa greca Gregorio Nazanzieno, perché il suo corpo è tumulato sotto l’altare della Basilica Vaticana al quale il dipinto era destinato”:

Pietro Bianchi fu scolaro del pittore Benedetto Luti (Firenze 1666-Roma 1724) e di Giovan Battista Gaulli detto il Baciccia (Genova 1639-Roma 1739) e seguì in molte cose l’esempio dei maestri, cercando sempre di rendere leggiadro ed elegante il suo stile. La morte che lo colse ancora giovane gli impedì di realizzare tutte le opere concepite. Tra i suoi pochi lavori è tenuta in grande considerazione la “Santa Chiara” esistente in Gubbio. Altri dipinti del Bianchi sono a Roma nelle chiese di S. Maria delle Fornaci e di S. Maria in Via.
 

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