S. Maria degli Angeli e dei Martiri
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Elena di Montenegro
 

Il Principe Nicola I Capo del Principato del Montenegro aveva sposato, l'8 novembre 1860, la figlia del voivoda Pietro Stefano Vutotich, la principessa Milena, celebre per bellezza e per nobiltà di sentimento. La serena vita di famiglia fu costellata di ben dodici nascite, tra il 1864 e il 1889: nel 1864, Zorka; nel 1866, Militza; nel 1867, Stané (Anastasia) cui seguirono Maria nel 1869, Danilo nel 1871, Elena nel 1873, Anna nel 1874, Sofia nel 1876, Mirko nel 1879, Xenia nel 1881, Viera nel 1887, Pietro nel 1889; una crescente corona di bimbi, gli ultimi dei quali, muovendo i primi passi, conoscevano le sorelle più grandi già insigni nel firmamento europeo.

Sesta figlia di Nicola I e di Milena, Elena Petrovich Niegosh nasce a Cettigne l'8 gennaio 1873. Sin da giovinetta fu educata all'unione familiare; le abitudini e le relazioni in famiglia erano accurate ma non sopraffatte dall'etichetta, tali cioè da non soffocare la spontaneità dei caratteri e delle personalità: l'orario non rigido, ma il servizio corretto. La conversazione a tavola si svolgeva in francese, lingua che Nicola I e i figli parlavano correntemente e si discorreva con eguale disinvoltura di politica e di poesia.

In questa atmosfera viene educata Colei che divenne la Regina d'Italia.

Foto Archivio  
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Per meglio conoscere il carattere, il temperamento e l'educazione della futura grande Regina è opportuno riprodurre quanto lo storico Giorgio Papàsogli riferisce in un bel volume "La Regina Elena, editrice Massimo - Milano".

Si racconta che durante la guerra 1876-77 a fino al 1878 era stata impiantata nei prati di Cettigne, presso la reggia, una grande tenda circolare con due corsie laterali per i soldati feriti: e ce ne erano tanti, in quel momento, che tutta la vasta infermeria ne era piena. Poiché il Principe Nicola era al fronte la Principessa Milena con le figlie maggiori si occupava attivamente del servizio di Croce Rossa nell'ospedaletto vicino alla reggia e portavano con loro la piccola Elena, la quale non voleva rimanere inattiva e desiderava immensamente di fare come le sorelle maggiori.

In certe sere la conducevano in fondo ad uno dei bracci ove le veniva detto di star seduta buona buona, vigilando se qualche ferito si lamentasse, o chiamasse: in questo caso lei si sarebbe subito mossa e sarebbe venuta ad avvertire gli assistenti che si trovavano al centro dell'attendamento. La piccina s'impegnò in quella responsabilità. Si mise seduta, aspettando che qualche ferito chiamasse: ma il silenzio era intatto. Nessuno chiedeva nulla ed Elena attendeva per essere utile. Le ore passavano il sonno la prendeva e lei, per non assopirsi dondolava le gambe battendo i calcagni o meglio i tacchi, con un monotono ritmo, contro la cassa su cui era seduta. Dopo qualche tempo uno dei soldati domandò: «che cosa è questo rumore?» allora Elena si precipitò verso lui, e gli chiese se avesse bisogno di qualche cosa: «Ho sete» rispose quegli e la bambina, tutta fiera e soddisfatta, finalmente per quell'incarico, scivolò svelta fino al centro dell'ospedaletto per dar la notizia.

Trascorre la Sua infanzia a San Pietroburgo e studia al collegio Smolny, sotto la protezione del Suo Padrino lo zar Alessandro II e poi del successore Alessandro III (Vedi Giovanni Artieri: II tempo della Regina).

(Da Carlo d'Amelio e Roberto Ventura, La Regina della Carità, Roma Natale 1993)

 

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