S. Maria degli Angeli e dei Martiri
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Inaugurazione delle Porte degli Angeli
  Il saluto di Mons. Renzo Giuliano Parroco di S. Maria degli Angeli e dei Martiri (28 febbraio 2006).
From www.santamariadegliangeliroma.it:comunicato_stampa_124, Eventi

Carissimi amici,

da questa inaugurazione così importante la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri non ha più porte di ingresso o di uscita. Avrà da ora due Porte di “accoglienza”, cioè due Porte che, esprimendo una stupenda arte, avranno una forza di comunicazione, un linguaggio che mostrerà un Mistero da cui essere avvolti per chi vi entra ed un Mistero di testimonianza per chi vi esce.

Le Porte di questa Chiesa ora non saranno più simili a quelle di mille porte che su questa Piazza della Repubblica e zona centrale e bella di Roma si aprono o si chiudono ogni giorno: porte di bus, di metrò, di treni, di esercizi commerciali, di centinaia di piccoli, medi o lussuosi alberghi. Tutto il flusso ingente di umanità che da qui passa avrà la percezione visiva di un senso, di un richiamo plastico ai valori supremi della vita e potrà vivere il passaggio qui davanti come un respiro e godimento della bellezza che potrà rianimarlo lungo il suo tragitto prolungato della giornata ed oltre.

Igor Mitoraj ha plasmato due fondamenti della vita del Mistero cristiano: l' Annunciazione a Maria e la Risurrezione di Cristo, due tempi di un'unica percezione di profondità spirituale che avvolge nell'intimo dell'anima e del corpo; in sintesi sono la comprensione del Mistero di Dio e dell'Obbedienza ed insieme l'accoglienza feconda dello stesso Mistero di amore.

In Maria , il Mistero entra nella profondità del suo corpo ed Ella concepisce: è l'inizio della vita umana del Dio-con-noi.

In Cristo , il Mistero entra nelle viscere della terra ed Egli risorge: è l'inizio del futuro vero della vita con il Dio dell'eterna Alleanza.

L'uomo , da questo linguaggio, è risollevato a considerare la profondità della vita .

Mitoraj lega tale profondità all' essenzialità del messaggio: solo due grandi figure umane ed una angelica, nel fronte delle due Porte. La forte tentazione che io stesso ho provato è stata quella di dire: ma non sarebbe meglio qualche riempitivo in più? Ma la contemplazione si ferma sulla verità pura, sull'interiorità deserta: la Donna e l'Uomo, la Madre ed il Figlio; la Creatura e Dio; la Sposa e lo Sposo, il Discepolo ed il Maestro; l'Annunziata ed il Testimone; la Vita e la Risurrezione.

Nella cultura odierna dovrebbe essere scolpita questa essenzialità e non la vacuità delle parole: esiste una “scavata” interiorità da coltivare.

La nostra cultura, all'essenzialità, dovrebbe unire la simbolicità che è la capacità di mostrare i segni della vita come pertinenza stretta della persona e della sua relazionalità.

Così, come è per Mitoraj, l'Annunciazione coinvolge e rimanda alla totalità infinita del Mistero: l'Angelo a Maria e viceversa ed ambedue all'annuncio ed al Dio della rivelazione.

La Risurrezione evidenzia fortemente, e di rimbalzo, la Croce e la Vita nuova ed il loro rimando al Dio della vita e della giovinezza. La Croce, inscritta ampiamente dentro la carne del Cristo Risorto (motivo, mi pare unico nella storia delle raffigurazioni) offre un visibile connotato di forte meditazione di fede. La croce non è un segno del Cristo o del cristiano, un segno accanto a loro, ma è un simbolo radicato nella stessa carne del Cristo e del cristiano e lo caratterizza come persona di fede davanti a Dio Padre ed all'umanità: senza di essa non si identifica la sua esperienza personale.

Essenzialità e simbolicità sono il fulcro da riscoprire per captare la dimensione contemplativa della vita che Mitoraj esprime nella forma della classicità più evidente. In questo vale per lui ciò che il grande teologo Von Balthasar scriveva riguardo ai libri biblici: “Gli influssi ellenistici hanno suscitato e stimolato l'atteggiamento contemplativo e la sensibilità, ivi implicita, per i valori estetici” (Gloria, p. 32).

La vita del mondo ed anche della Chiesa è, a mio giudizio, immensamente provata da verbalismi, da didascalismo, da razionalismo accademico, da un dialogo che vuole convincere ed ascoltare poco, da funzionalità.

Scriveva già negli anni attorno al 1970 il teologo Ratzinger:

La Chiesa non si fonda sulla moralità degli uomini, ma sulla grazia concessa contro la amoralità degli uomini, sull'umanizzazione di Dio. Essa si fonda su un “nonostante”, sul “nonostante” della grazia divina, la quale non si lega più a nessuna condizione, ma ha deciso definitivamente di salvare gli uomini ” (Il nuovo popolo di Dio, 276).

La bellezza, di cui Mitoraj è maestro di espressione, è la manifestazione di questa grazia, e quindi, di libertà piena, di cui deve vivere l'uomo.

Il Vangelo è qualcosa di inatteso e gratuito, un di più rispetto ai bisogni, anche religiosi. La sua forza non sta solo nella sua necessità, ma anche nella sua bellezza ” ( Maggioni B., Un tesoro in vasi di coccio , Vita e Pensiero, p.156).

La Parrocchia di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri consegna alla Città di Roma, e per essa al mondo, questo capolavoro del Maestro Mitoraj e questo linguaggio di fede e di autentica antropologia, e ne fa un valore di pace per tutti coloro che l'accoglieranno. Difatti Mitoraj ha saputo rispettare e fare incontrare la cultura classica con le esigenze del Mistero della fede cristiana, in un tocco simbolico di estrema sensibilità contemporanea. Intuisco che il grande scultore polacco, pur se nato in Germania, voglia, con quest'opera sacra, unica anche per lui, dare un segno di manifestazione della sua personale fede, di quella della sua tradizione legata alla mamma ed al Pontefice polacco Giovanni Paolo II, al quale dedica la realizzazione.

Tutto questo è molto significativo, considerati anche i tempi fortemente problematici in cui siamo immersi. I detrattori dell'arte e dei progetti d'arte non mancano e non mancano coloro che li ascoltano, ma noi siamo convinti di consegnare alla storia della bellezza sacra questa opera manufatta da Igor Mitoraj.

La Basilica ha operato in questo campo del dialogo con gli artisti contemporanei e continua a farlo anche in maniera oggi informatica con il sito della stessa Basilica, molto frequentato, e con il sito sull'arte sacra realizzato dalla Fondazione Paolo di Tarso, di cui la Basilica ne è il cuore di promozione spirituale, e che vanta, in pochissimi mesi di vita, ben quasi dieci milioni di contatti. Un sito i cui sponsor principali sono la fede e la responsabilità e l'onestà di giovani laici credenti che sentono urgente la missione di far conoscere la bellezza del sacro nel mondo.

Dall'apprezzamento e dalla contemplazione scultorea di queste Porte e dell'immagine del Volto di Giovanni Battista dovremmo rafforzare la nobile passione per l'arte autentica, l'onesta coscienza di favorire il cammino dell'arte senza profittarne, la valorizzazione ampliata dell'arte sacra con altre creazioni di alto livello.

Ringrazio il Signor Sindaco che ha voluto ricambiare questo dono delle Porte degli Angeli alla Città con un artistico calice d'argento offerto alla Basilica.
Ringrazio i mecenati che hanno economicamente dato sostegno dell'opera, e siano essi di esempio ad altre Imprese:

la Finmeccanica con i Gruppi che la compongono, con il personale interessamento del Presidente Ing. Pier Francesco Guarguaglini;

la Presidenza del Senato, con l'amore per l'arte contemporanea manifestata dal Presidente Pera;

la Galleria Contini.

Ringrazio il Dr. Lorenzo Zichichi e Nadym per aver curato l'interezza del Progetto con tutte le sue relazioni

e tutti coloro che, con coraggio, vi hanno lavorato.

Ringrazio i miei Superiori

Tutti ringraziamo Colui che è l'autore della Bellezza, il Dio-Trinità.


 

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