S. Maria degli Angeli e dei Martiri
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FRANCESCO BIANCHINI ASTRONOMO NELLA BASILICA DI S. MARIA DEGLI ANGELI E DEI MATIRI IN ROMA
 

BIANCHINI FRANCESCO, Astronomo.
Nasce a Verona il 23 dicembre 1662 e muore a Roma il 2 marzo 1729 a 67 anni.

Ebbe la sua  educazione a Bologna e Padova, città nelle quali studiò teologia, anatomia, botanica (raccogliendo un notevole erbario), fisica, matematica, astronomia.
Si trasferì, dopo una breve dimora nel 1684, definitivamente a Roma nel 1689 , ove si erudì anche nelle lingue ebraica, greca e particolarmente nell’archeologia e nella storia.
Fu anche un profondo conoscitore del latino, lingua nella quale scrisse alcune sue opere.
Fu bibliotecario del cardinale Pietro Ottoboni che lo ospitò a Palazzo Venezia in Roma, dove il prelato abitava essendo cardinale titolare di S. Marco.
Scrive Armando Schiavo:“
Nella Sala del Mappamondo il Bianchini dové lungamente meditare sul planisfero fatto collocare al centro della parete maggiore da Paolo II, Pietro Barbo(1464-1471) e sfuggito alle distruzioni del Sacco di Roma nel 1527”.
In seguito anche il pronipote dell’Ottoboni (che nel frattempo era diventato papa col nome di Alessandro VIII, Alessandro Farnese (1534-1549),  lo nominò custode della sua biblioteca che includeva gran parte di quella originaria del pontefice e che era stata trasferita nel palazzo della Cancelleria.
Il Bianchini andò perciò ad abitare in quel palazzo, dal 1702 al 1707, e vi costruì una meridiana. Un’altra ne costruì nelle “sue stanze sotto Montecavallo”, come scrisse in una sua lettera del 1723. Le stanze sotto Montecavallo sono presumibilmente quelle dell’alloggio che il Bianchini aveva avuto nel palazzo del Quirinale quando fu nominato Cameriere d’onore di Clemente XI, Gian Francesco Albani (1700-1721),  che l’aveva anche incaricato di costruire la celebre Meridiana nella chiesa di S. Maria degli Angeli a Roma nel 1701. (Linea Clementina).
Come istoriografo del Legato a latere fu inviato a Napoli in occasione della venuta di Filippo V di Spagna nel 1702.
Dopo l’inaugurazione della Meridiana Clemente XI lo nominò, nel 1703, Presidente dell’Antichità di Roma, cioè di un museo destinato a raccogliere soprattutto iscrizioni relative alla storia della Chiesa. 
Al nome del Bianchini come presidente delle antichità si legano i lavori di scavo eseguiti dai Farnese sul Palatino e la scoperta del colombario degli schiavi e dei liberti di Livia sulla Via Appia.
Fu segretario per la Riforma del calendario nel 1705.
Due anni dopo viene eletto all’unanimità membro dell’Accademia di Scienze di Parigi per decisione di Luigi XIV, il Re Sole.
Nel 1712, recatosi a Parigi a portare la berretta cardinalizia ad Armando de Rohan-Soubise, ebbe grandi onori da quella Accademia delle Scienze alla quale era stato aggregato fin dal 1705 e nei cui Atti inserì parecchie memorie. In quell’occasione compì anche un viaggio in Lorena, Olanda, Belgio, Inghilterra, ove conobbe Newton.
Tornato a Roma nel 1713, consacrò otto anni, (durante i quali fece escursioni in Toscana, Romagna e Lombardia), alla determinazione di una linea meridiana  dall’uno all’altro mare, ad imitazione di quella tirata dal Cassini attraverso la Francia e al dire di Eustachio Manfredi, avrebbe anche scoperto le irregolarità annue dalle quali, otto anni più tardi, il Bradley dedusse l’aberrazione annua delle stelle.
Nel 1720 fu nominato canonico liberiano ( alla sua morte fu seppellito nella basilica di Santa Maria Maggiore in Roma).
Dopo la morte di Clemente XI (1721), il Bianchini “ideò il prolungamento della tangente di S. Maria degli Angeli per la realizzazione della grande Meridiana d’Italia estendendosi dal Tirreno all’Adriatico, fra la spiaggia romana e quella presso Rimini…Assicurava così all’Italia un impianto astronomico simile a quello di cui era stata dotata la Francia col prolungamento della meridiana di Parigi fra Narbonne e Calais”.
Aveva anche fatto eseguire in Roma un mappamondo celeste e uno terrestre per il Re Giovanni V di Portogallo, nonché “una sfera armillare con congegno di orologeria relativa al sistema copernicano, destinati alla biblioteca privata di quel sovrano”
Il Bianchini, che aveva preso gli ordini minori, fu definito dal grande erudito Antonio Magliabechi, fondatore della famosa biblioteca magliabechiana “prelato che ad una grande santità di vita  ha congiunto un’infinita dottrina ed erudizione ed un’incomparabile cortesia”, e il cardinale Ottoboni diceva di lui “che possedeva la prudenza del serpente e la semplicità della colomba”
Nel 1723 Innocenzo XIII, Michelangelo Dei Conti(1721-1724), lo nominò Referendario dell’una e dell’altra Segnatura e prelato domestico.
Nel 1725, Benedetto XIII, Pietro Francesco Orsini (1724-1730), lo nominò istoriografo del Sinodo romano  e prefetto dell’Archivio Liberiano.
Presso la Biblioteca Apostolica Vaticana vi è un disegno caricaturale (1728), intitolato “Congresso di Archeologi”, del pittore, disegnatore, collezionista ed archeologo, Pier Leone Ghezzi (1674-1755), che rappresenta, tra gli altri, monsignor Francesco Bianchini, figura centrale del collezionismo pubblico e privato.
Come ricordato, aveva partecipato attivamente alla costituzione del Museo ecclesiastico vaticano con statue e marmi antichi che nel 1716 era stato smembrato e in parte ceduto al cardinale Alessandro Albani, nipote di Clemente XI, per cui le raccolte di antichità curate dal Bianchini erano confluite in quelle private dell’Albani.
Già rovinato in salute in seguito ad una grave caduta (1727), morì d’idropisia in Roma il 2 marzo 1729 e fu sepolto nella basilica di S. Maria Maggiore.
Recenti lavori nei sotterranei della basilica, dove erano sepolti numerosi prelati, hanno sconvolto tutte le tombe ; non è stato quindi possibile identificare quella  in cui era sepolto il Bianchini.
Una lapide marmorea lo ricorda sulla parete sinistra delle scale che conducono alla canonica.

LE MERIDIANE  AUSTRALE E BOREALE  IN S. MARIA DEGLI ANGELI

Premessa
La costruzione delle meridiane risalgono al periodo compreso tra la fine del 1400 (Firenze S. Maria del Fiore 1461) e la fine del 1800 (Modica, Chiesa di San Giorgio 1895).
Le meridiane a camera oscura in Italia sono oltre 70
Una delle prevalenti ragioni della dislocazione in Italia delle grandi Meridiane risale al fatto che nei secoli scorsi, almeno nei paesi cattolici, il Papa era il detentore di fatto del potere di regolamentare il calendario

LA MERIDIANA AUSTRALE

Per la costruzione della meridiana fu scelta la chiesa di S. Maria degli Angeli perché le muraglie dioclezianee si affacciavano a meridione ed erano rimaste salde per 1400 anni, per cui non vi sarebbero  stati movimenti di assestamento alle pareti che avrebbero provocato variazioni nel passaggio della luce solare attraverso il foro gnomico (eventuali movimenti di assestamento del muro avrebbero provocato lo spostamento del foro gnomico praticato secondo determinati calcoli).
Tale solidità fu dovuta alla perizia degli architetti romani, nel momento in cui costruirono dal 296 al 306 d.C. le mura e le fondamenta delle Terme.
Il Bianchini ce ne dà conferma nel suo libro “De Nummo et Gnomone” nel quale cita il primo terremoto avvenuto a L’Aquila nel 1703, molto più  grave di quello del 2008 perché oltre ad estendersi nelle città circonvicine (Norcia, Cascia etc.) arrivò fino a Roma provocando gravi danni ad oltre 20 monumenti tra i quali S. Carlo al Corso dove fu gravemente lesionata la cupola della chiesa (la più grande dopo quella di S. Pietro).
E le scosse si ripeterono fino ai mesi successivi: nonostante ciò le mura della Basilica hanno solidamente resistito alle scosse telluriche.
Infatti una volta terminate le scosse il Bianchini si recò in Basilica per un sopralluogo che descrive dettagliatamente:
possiede ancora l’asta che raggiungeva esattamente, in perfetta verticalità, il foro gnomico; con essa verifica che nulla sia mutato per effetto del terremoto quanto all’altezza; controlla che la stessa asta, partendo dal piede della verticale, raggiunga esattamente il segmento 100 sulla Linea, garantendo così che alla distanza zenitale di 45 gradi corrisponde ancora una tangente uguale all’altezza del centro del foro; non omette di accertare che tra il centro del foro e il segno della verticale sul pavimento si sia conservata una perfetta corrispondenza; conclude che le mura della Basilica non presentano lesioni e  che quindi esse hanno resistito ad ogni evento tellurico”.
Ben fece quindi il Bianchini a scegliere S. Maria degli Angeli per costruire uno strumento delicato e prezioso come la Meridiana.

L’incarico fu dato, nel 1701, da papa Clemente XI, (Stemma: diviso a metà da una striscia orizzontale: sul 1° quarto, in alto, al centro, una stella; sul 2° quarto. in basso, al centro, 3 monti), a Francesco Bianchini, prelato con gli ordini minori, astronomo, cartografo, archeologo, storico.
In effetti il Bianchini costruì due meridiane: quella Australe con il foro rivolto a Sud e perciò destinato ad utilizzare i raggi solari e quella Boreale, con il foro rivolto a Nord e quindi destinato a proiettare sul pavimento della chiesa il movimento della Stella Polare intorno al Polo.
La Meridiana Australe fu inaugurata venerdì 6 ottobre 1702, festa annuale di S. Bruno, il fondatore dei Certosini.

LA MERIDIANA BOREALE

S. Maria degli Angeli è l’unica chiesa in Italia che ha una Meridiana Boreale (oltre quella Australe e quella moderna di Narcissus Quagliata inserita nella cupola del Vestibolo).
.“Boreale”, perché rivolta a Nord.
Tramite il foro gnomico essa sfrutta la luce della Stella Polare, che normalmente indica il Polo Nord pur non coincidendo necessariamente con esso.
La “Boreale” è quindi destinata a proiettare, sul pavimento della chiesa, il movimento della Stella Polare intorno al Polo.
Per la “Boreale”, l’astronomo ha collocato un  foro gnomico all’altezza di metri 24,41, a metà della cornice curva destra del finestrone che si trova sopra l’arco di accesso al Presbiterio.
Il foro è contenuto, in forma di fessura, sulla parte superiore di una Croce inscritta dentro un cerchio metallico.
È proprio da quella fessura che aprendo una finestrella sul retro, proviene la luce della Stella Polare che può essere vista soltanto per mezzo di un telescopio e normalmente di notte.
A metà del lato curvo destro di detto finestrone è posto un cerchio  contenente una  Croce la cui parte superiore è vuota consentendo alla luce della Stella Polare di filtrare sul pavimento.
Il finestrone è sorretto da due splendidi angeli settecenteschi e festoni in gesso da quando l’architetto Luigi Vanvitelli ha proceduto ad uniformare tutto il cornicione del transetto.

Bibliografia

Carini  Isidoro
L’Arcadia dal 1790 al 1890, I, Roma 1891, pp. 84-100
Catamo Mario e Lucarini Cesare
 Il cielo in Basilica: La Meridiana della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Roma. A.R.P.A. Edizioni Agami 2002 – Madonna dell’Olmo (Cuneo) pp. 94..
Fantoni  Girolamo
Gli orologi solari: la grande Meridiana in Santa Maria degli Angeli – Articolo ricavato da “Atti” dell’Istituto Italiano della Navigazione .
Frapiselli  Luciana
Storia, arte e scienze astronomiche impreziosiscono l’antica “Meridiana” di Santa Maria degli Angeli a Roma.
Osservatore Romano, lun-mart. 6-7 novembre 1995, Terza pagina
Mazzucchelli  Piero
Scrittori d’Italia, II, 1, pp. 1167-1177
Pisani  Renato e Valeri Giuseppe
Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri – Guida storico-artistica – (In cinque lingue a cura di Big Ben) - Ed. “Il Cigno” 5a Ristampa,  Roma marzo 2008 - Il Transetto con la Meridiana – pp. 24-25 ill. a colori.
Schiavo  Armando
La Meridiana di S. Maria degli Angeli -  Istituto Poligrafico dello Stato – Roma 1981.
Sigismondi  Costantino
Lo Gnomone Clementino: astronomia meridiana in basilica – Ateneo Pontificio Regina Apostolorum – Ed. RBS International srl dicembre 2008 – pp. 79
Spagnolo
Francesco Bianchini
Atti dell’Accademia di Verona, 1898, nei quali scritti è indicata la restante biografia.

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