S. Maria degli Angeli e dei Martiri
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Antico e Moderno
 

Piazza dell'Esedra, con la maestosa Fontana delle Naiadi, è una delle più moderne piazze di Roma, ma il luogo dove sorge ha una storia molto antica, la storia delle Terme di Diocleziano. Costruite in solo 8 anni dal 298 al 306 dopo Cristo, rimangono le più grandi di Roma e del mondo romano.

La costruzione assorbì migliaia e migliaia di braccia, a Roma e oltremare: greci ed egiziani nelle cave dei marmi pregiati; carpentieri, che nelle foreste dovevano provvedere al legname per le impalcature, le armature delle volte e degli archi; trasportatori, addetti alle vettovaglie e al vestiario.

Tutti coloro che nelle milizie avessero rifiutato di obbedire al comando di onorare gli Dei tradizionali, sarebbero stati obbligati ai lavori nelle cave di pietra e di rena, nella fabbricazione dei mattoni e nella costruzione degli edifici.

Lo splendore delle Terme di Diocleziano non fu di lunga durata. Nel quinto secolo, a causa della distruzione degli acquedotti da parte dei Goti, caddero in disuso, e per secoli vennero depredate di ogni materiale di valore, fino a diventare cava di pozzolana per i costruttori del Medioevo.

Queste imponenti rovine lasciano immaginare migliaia di persone magistralmente dirette, che contemporaneamente davano vita ai più svariati lavori: disegnare, costruire, scolpire, dipingere, nello stesso spazio e nello stesso tempo. Pensate alla definizione di tutto lo scheletro, dalle fondazioni alla copertura, dagli impianti idraulici a quelli di riscaldamento, ma anche e sopratutto i particolari delle decorazioni, delle dimensioni dei singoli elementi: colonne, fregi, cassettoni, mensole e statue da porre nei singoli ambienti. Sicuramente il lavoro procedeva parallelamente nei vari settori, e mentre a Roma si procedeva alla preparazione del terreno per le fondazioni, in altre regioni dell'impero si scavavano marmi, si scolpivano statue, si tagliavano boschi.

La basilica di Santa Maria degli Angeli si sviluppa nell'aria centrale su quello che era il frigidarium delle antiche terme. Desta meraviglia il virtuosismo della copertura del Frigidarium, composta da tre grandi Volte a Crociera.

Alla trasformazione del frigidarium in navata della chiesa pose il suo ingegno Michelangelo su incarico del Papa Pio Quarto, che volle esaudire il desiderio del devoto sacerdote siciliano, Antonio Lo Duca. E per quanto enorme sia l'aria adibita a chiesa, bisogna immaginare che questa occupa solo il corpo centrale delle terme, che in tutto ricoprivano una superficie di centotrentamila metri quadrati. L'attuale transetto ne occupa novanta virgola ottanta per ventisette.

Le mura di questo enorme edificio sorgevano dalle acque riscaldate attraverso un sofisticato sistema che sfruttava il calore dei raggi del sole e utilizzava cunicoli per lo scorrimento delle acque, fatti di mattoni strutturati per trattenere il calore.

Otto delle originali colonne di granito rosa raccontano ancora l'imponenza delle terme. L'altezza di queste colonne misura quattordici metri con un diametro di oltre un metro e mezzo. Vertiginose portano lo sguardo verso quella che era la volta romana originale.

La grande piscina centrale era affiancata da altre quattro laterali, probabilmente coperte, e un numero di sale il cui uso è tuttora sconosciuto. Questi ambienti furono chiusi, e a partire dal 1725 sulle pareti vi furono collocate le pale d'altare provenienti da San Pietro, 8 nel transetto e 4 nel presbiterio.

Per volontà dei Certosini, furono chiusi i due ingressi originali: verso la Stazione Termini per realizzare la cappella del Beato Albergati, e verso Via XX Settembre per realizzare la cappella di San Bruno.

Dal Grande Giubileo del 2000, la Cappella di San Bruno, accoglie il monumentale organo meccanico di Formentelli, dono della Città di Roma al Papa Giovanni Paolo II. Settantasette registri reali e 3 accessori, per un totale di 5400 canne, 4 tastiere e pedaliera. La cassa, in massello di ciliegio selvatico, ha un'altezza di 12 metri e una larghezza di 11 metri; le canne di facciata sono in stagno fine al 95%. La tromba Giubilare è disposta orizzontalmente ai piedi della campata centrale.

In occasione dell'Anno Santo 1750 fu affidato all'architetto Luigi Vanvitelli l'incarico di progettare l'operazione di recupero omogeneo del complesso architettonico-decorativo della chiesa. Con otto colonne in muratura, identiche alle originali del transetto, realizzò un'unità compositiva anche nel passaggio dal vestibolo rotondo alla grande crociera ed in quello che immette nel presbiterio. Con l'esclusione di questi due ambienti, legò con un'unica trabeazione, identica a quella in parte esistente nel transetto, l'intero perimetro dell'edificio basilicale.

Da un foro sull'arcata della cappella Albergati, nel braccio destro del transetto della Basilica di S. Maria degli Angeli, filtra un sottile raggio di sole fino a battere sul pavimento settecentesco della chiesa.

Lascia una macchia luminosa che si muove lentamente seguendo il cammino del sole, corre sulla lunga linea retta che taglia per quarantaquattro metri il pavimento della basilica, la bacia e vi si sovrappone, prima di superarla e di allontanarsi. Quella proiezione ha avvertito che è appena scoccato il mezzogiorno. L'ora solare che prima del cannone del Gianicolo segnava il tempo di Roma, continua a svolgere quotidianamente il suo rito, restituendo il suo responso, la misura del tempo.

Connubio di scienza e fede, la meridiana di Santa Maria degli Angeli fu voluta dal Papa Clemente Undicesimo Albani, per fissare la festa della Pasqua, e in occasione del Giubileo del millesettecento, fu commissionata al canonico Francesco Bianchini. L'astronomo la realizza in pochi anni, con l'aiuto di un altro matematico Gianfranco Maraldi, nipote di Giandomenico Cassini, lo scienziato autore della meridiana di San Petronio a Bologna. Le due meridiane sono infatti molto simili.

Bianchini correda la Meridiana di Santa Maria degli Angeli di elementi ornamentali e tecnici, per dare all'opera le funzioni di osservatorio astronomico e un senso artistico celebrativo. Ad ognuno dei segni zodiacali corrisponde la sua costellazione, sicché la mappa del cielo diventa una proiezione sulla terra.

La facciata della Basilica, riportata alla sua spoglia ed essenziale struttura di mattoni nel 1911, al fine di farla conformare all'intero edificio delle antiche Terme, oggi si presenta con le artistiche Porte in bronzo di Igor Mitoraj, scultore contemporaneo.

Nell'Annunciazione un Angelo dall'alto e Maria in ascolto; nella Risurrezione la figura del Cristo Risorto, che si fa tutt'uno con la Croce, che penetra in profondità nel suo stesso corpo; nelle lunette la presenza degli Angeli e dei Martiri, misteri cristiani della Redenzione, modellati su una tipologia altamente classica, consona all'architettura ed alla spiritualità del luogo.

Il vestibolo circolare, con la sua cupola romana e disegno vanvitelliano, assieme al grande vetro di Narciso Quagliata, immette dentro la Basilica, facendo percepire la grandiosità iniziale del monumento e la circolarità di un coinvolgimento, contemporaneamente architetturale e spirituale. Le Cappelle, con il tema teologico della crocifissione - morte di Cristo e con la risurrezione - apparizione a Maria Maddalena, sono attorniate da michelangioleschi monumenti funebri di importanti personaggi, artisti ed ecclesiastici, che vogliono ricordare l'immortalità della vita, dell'arte e della carità.

Una gigantesca statua di San Bruno, fondatore dei Certosini, dello scultore francese Jean Antoine Houdon, accanto all'angelo-acquasantiera, della scuola del Bernini, accoglie il pellegrino a ricordargli la presenza dei monaci certosini, i quali, dal 1581 al 1873, abitarono la chiesa e il monastero, oggi museo, e a indicargli in fondo, nell'abside, lassù, la Madonna degli Angeli e dei martiri.

A S. Maria degli Angeli, antico e moderno armoniosamente si fondono senza discontinuità, e la bellezza del sacro genera il fascino di una cultura di arte, di scienza e di fede.

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