S. Maria degli Angeli e dei Martiri
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Questo luogo di culto, eretto a parrocchia nel 1906, già da cinque secoli continuava ad essere testimone della fede e della devozione di papi e di santi, di cardinali e di principi, di monaci e laici, di artisti e scienziati.

Era stato Pio IV Giovan Angelo dè Medici a consacrare la chiesa di S. Maria degli Angeli il 5 agosto 1561 trasferendovi il titolo presbiteriale di S. Ciriaco alle Terme e affidandone l’officiatura ai certosini che risiedevano fin dal 1091 vicino quella chiesa paleocristiana. Morto il 19 dicembre 1565, Pio IV fu provvisoriamente sepolto in S. Pietro, ma la sua tumulazione definitiva avvenne nel 1583 nel presbiterio della chiesa da lui fatta ricavare da Michelangelo dalle rovine delle Terme di Diocleziano.

La sua memoria funebre si può tuttora vedere in fondo alla parte curva sinistra dell’abside della chiesa e fu eretta a cura di tre cardinali: Antonio Serbelloni, cugino del papa e da lui insignito del titolo presbiteriale nel 1565, e da due nipoti Marco Sittico Altemps, titolare dal 1577 e S. Carlo Borromeo, che aveva la sua villa nelle Terme, acquistata dal cardinale francese Du Bellay e ceduta ai certosini. Da Milano, nel 1575, S. Carlo tornò a Roma per l’Anno Santo e alloggiò nella certosa di S. Maria degli Angeli.

Non possiamo dimenticare il cardinale Federico Borromeo (quello del Manzoni dei Promessi Sposi) titolare della chiesa per ben 38 anni dal 1593 al 1631. Una lapide posta nella casa parrocchiale ricorda ch’egli fu consacrato Arcivescovo di Milano l’11 giugno 1595, proprio in questa basilica, da Clemente VII, Ippolito Aldobrandini (1595-1605).

“La memoria di Pio IV è, sotto l’aspetto artistico, ben poca cosa e rispecchia la severità dei tempi. La lastra in marmo bianco è incorniciata da pilastri laterali, sormontati da una targa orecchiuta con un cherubino tra i festoni; tra due frammenti di timpano è lo stemma con le chiavi e la tiara sotto il timpano di completamento. C’è nella forma dei capitelli e nella targa qualche spunto michelangiolesco ma di un sapore ormai così vago, passato nel penultimo decennio del secolo nel comune repertorio decorativo, che si stenta ad accettare l’attribuzione una volta proposta a Giacomo Del Duca, benché non si veda a tenor di logica a chi altri i tre committenti avrebbero potuto rivolgersi. L’esecuzione, come risulta da un documento rinvenuto da A. Schiavo, fu affidata il 20 febbraio 1582, allo scultore fiorentino Alessandro Cioli. (Guglielmo Matthiae)”.

Di fronte alla memoria funebre di Pio IV ve n’è una identica, fatta eccezione per lo stemma cardinalizio, del cugino Antonio Serbelloni.

Pio VII Barnaba Chiaramonti (1800-1823), unì nel 1801, alla certosa di S. Maria degli Angeli quella di S. Bartolomeo di Trisulti (Fr), soppressa poi da Pio XII Eugenio Pacelli (1939-1958) e passata ai cistercensi di Casamari (Fr), nel 1940.

I certosini di S. Maria degli Angeli furono costretti ad abbandonare il monastero tre anni dopo l’Unità d’Italia, con la legge 19 giugno 1873 n. 1402, sulla soppressione dell’asse ecclesiastico. Il grandioso monastero fu prima adibito a magazzino militare per le truppe francesi e poi a museo archeologico nazionale dal governo italiano. La chiesa venne presa in custodia dai Minimi di S. Francesco da Paola e poi dal clero diocesano di Roma.

Il trasferimento della cura d’anime della parrocchia cistercense di S. Bernardo alle Terme alla chiesa di S. Maria degli Angeli fu chiesta dal cardinal vicario Lucido Parrocchi a Leone XIII Vincenzo Gioacchino Pecci (1878-1903), il 30 agosto 1884. Il sommo pontefice l’approvò ma il cardinal vicario non emise alcun decreto.

Il territorio fu desunto interamente da quello della parrocchia di S. Bernardo alle Terme, che lo stesso pontefice aveva soppresso.

S. Pio X Giuseppe Sarto (1903-1914) con lettera apostolica del 9 novembre 1906 “Susceptum Deo inspirante” eresse S. Maria degli Angeli in parrocchia trasferendovi i redditi di S. Giovanni dei Fiorentini. Così la chiesa divenne parrocchia a tutti gli effetti e la sua istituzione è ricordata da una lapide marmorea che si trova nell’attuale cappella di S. Teresa insieme a un busto in bronzo di Michelangelo e l’altro del propugnatore del culto degli angeli, il siciliano Don Antonio Lo Duca. L’iscrizione, sopra la quale è un medaglione in marmo raffigurante Lo Duca, così recita: “Nell’anno 1971, ricorrendo il sessantacinquesimo anniversario della erezione di questa parrocchia voluta da S. Pio X nel 1906, i fedeli di S. Maria degli Angeli, i siciliani residenti in Roma e i cittadini di Cefalù, vollero con questa lapide ricordare il siciliano Antonio Lo Duca qui sepolto, il quale con l’aiuto di S. Filippo Neri e di S. Carlo Borromeo, ottenne che Pio IV ordinasse nel 1561 a Michelangelo di trasformare in chiesa dedicata a S. Maria Regina degli Angeli e dei Martiri, le Terme di Diocleziano costruite con il sudore e il sangue di schiavi e martiri cristiani”.

Il 22 maggio 1910 Pio X nominava come primo parroco Monsignor Giuseppe Giovannelli, donando alla parrocchia il Crocifisso che attualmente si vede nell’Aula Magna dell’Auditorium.

Benedetto XV Giacomo Della Chiesa (1914-1922), elevò la chiesa alla dignità di basilica minore con la lettera apostolica "Ad perpetuam rei memoriam. Titulum Sancti Ciriaci in Thermis..." del 20 Luglio 1920. L’antica chiesa di S. Ciriaco alle Terme era stata demolita per dar luogo all’imponente fabbricato del Ministero delle Finanze in Via XX Settembre.

Il 27 giugno 1920, lo stesso papa, fece incoronare dal Capitolo Vaticano la venerata immagine della Vergine che si trova al centro dell’abside, ivi fatta sistemare a suo tempo da Antonio Lo Duca. Al di sopra di questo quadro Pio IV aveva, a suo tempo, fatta apporre questa iscrizione: “Quod fuit idolum nunc templum est Virginis. Auctor est Pius ipse Pater Daemones aufugite”. (Questo tempio già una volta votato agli idoli fu consacrato alla Vergine per volontà di Papa Pio. Dèmoni fuggite).

Il 24 ottobre 1896 viene celebrato in basilica il matrimonio del Principe di Napoli (il futuro Re d’Italia, Vittorio Emanuelle III) e la principessa Elena di Montenegro: da quel momento S. Maria degli Angeli diviene la chiesa ufficiale dello Stato Italiano.

A perenne ricordo del “Centenario di Roma Capitale”, essendo Sommo Pontefice Paolo VI Giovanni Battista Montini (1963-1978), Presidente della Repubblica Italiana l’on. Giuseppe Saragat , parroco Monsignor Vittorio Di Paola (1955-1983), furono inaugurate, in parrocchia, le seguenti opere:
- le abitazioni del cardinale titolare, del clero, delle suore e del personale;
- l’ingresso laterale in Via Cernaia, con il piazzale dedicato a S. Pio X, il salone parrocchiale e i locali per le Associazioni;
- le sale dedicate a Pio IV, a Michelangelo, al sacerdote Antonio Lo Duca, a S. Carlo Borromeo, a S. Filippo Neri;
- il pavimento dell’Aula rotonda di passaggio al “calidarium”, i tetti, le terrazze, le vetrate della chiesa, l’impianto elettrico alle campane e all’antico orologio.

Santa Maria degli Angeli confina con le seguenti parrocchie: S. Camillo De Lellis, S. Cuore di Gesù a Castro Pretorio, S. Maria Maggiore, Santi Vitale e Compagni Martiri in Fovea. Fa parte del I° Municipio, Settore Centro, Rione Castro Pretorio, Prefettura.

Questi i parroci che si sono succeduti fin dall’istituzione della parrocchia:
Monsignor Giuseppe Giovannelli (1910-1943), Monsignor Cosimo Bonaldi (1944-1955), Monsignor Vittorio Di Paola (1955-1983), Monsignor Vincenzo Pezzella (1983-1990), Monsignor Renzo Giuliano (1991 ad oggi).

Rielaborazione di Giuseppe Valeri

 
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