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Igor Mitoraj è uno dei maggiori esponenti della scultura contemporanea. Sotto le sue mani le materie più dure – il bronzo, il marmo, la ghisa – perdono di peso, si liberano via via dalla materia stessa, acquistando una nuova esistenza, attingendo l'essenza ideale della forma – forme insolite, originali, aperte, mutevoli, trasparenti, perdono di peso e acquistano una nuova esistenza non già, o non solo, perché alate, recise, forate, mutilate, fasciate, ma, soprattutto, per l'energia che prorompe dal loro interno – l'energia fisica e spirituale, che proviene dalla personalità del loro autore – nonché per la strategia dei pieni e dei vuoti, il conflitto tra la luce e l'ombra, la suggestione delle patine, l'alone enigmatico che le circonfonde. Non si era mai vista, nel panorama dell'arte plastica moderna, una così stupefacente varietà di sculture di grandi dimensioni – grandi come alberi bronzei o marmorei – a un tempo così forti e così leggere, come le sue Colonne alate, i suoi Centurioni, i suoi Eros, i suoi Ikari, i suoi Ikari screpolati , i suoi Ikari alati, le sue Ikarie, le sue Ikarie grandi. Forza e leggerezza in un equilibrio perfetto, in una simbiosi prodigiosa. Ma anche le sue sculture di medie dimensioni sprigionano forza e leggerezza, specialmente per i loro vuoti. Mitoraj è un mago del vuoto. “ In Mitoraj – ha scritto a sua volta Antonio Paolucci – a me ha colpito la sacralità
dell'immagine, l'idea della Bellezza eterna e misteriosa che forse, anzi certamente – è
l'ombra di Dio sulla Terra”. Vive e lavora a Pietrasanta (Lucca), in Via Garibaldi. |
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