S. Maria degli Angeli e dei Martiri
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Tra la morte, anch’essa violenta dell’imperatore Valeriano (270-275) e l’avvento al trono dell’imperatore Diocleziano, si succedettero diversi imperatori (in buona parte di origine illirica), al solito proclamati dalle legioni (Tacito, Floriano, Probo, Caro, Carino, Numeriano).

Essi si trovarono a dover combattere contemporaneamente contro i Barbari e contro gli altri pretendenti e, non di rado, contro gli uni e gli altri uniti.

A Tacito (275-276), che sconfisse alcune orde di Goti in Asia minore, seguirono a ritmo serrato Floriano (276), Probo (276-282), che condusse una notevole opera di pacificazione e di riordinamento dell’Impero, assicurando la frontiera renano-danubiana ed eliminando gli usurpatori Proculo e Bonoso; Caro (282-283) e i figli Carino (283-285) e Numeriano (283-284).

Finalmente l’ascesa al trono di Diocleziano (284), anche lui ufficiale illirico, acclamato imperatore dopo l’assassinio di Numeriano e destinato a tenere il potere per vent’anni, pose termine alle lotte di potere e rese possibile l’opera di riorganizzazione e di consolidamento di cui l’impero aveva urgente bisogno dopo mezzo secolo d’ininterrotte guerre civili che ne avevano compromesso l’esistenza stessa.

Grande generale e avveduto uomo di Stato, Diocleziano, amalgamando abilmente tradizioni orientali ed occidentali, ricostituì l’unità e l’organizzazione amministrativa e militare dell’impero, arrestandone o almeno rallentandone, per qualche tempo, la decadenza.

Non riuscì tuttavia a risolvere i gravi problemi economici e sociali del tempo, i quali, anzi, in più di un caso furono aggravati dagli stessi provvedimenti che avrebbero dovuto porvi rimedio.

L’anarchia militare aveva portato al sorgere, nello stesso tempo, di più imperatori, residenti ognuno in una parte diversa dell’impero.

Diocleziano, accettando questa realtà di fatto, associò al suo governo e al titolo di Augusto, un altro generale Galerio Massimiano, tenendo per sé la parte orientale dell’Impero con centro a Nicomedia, città della Bitinia sulla costa del Mar di Marmora (oggi Turchia). A Massimiano fu affidata la cura dell’Occidente.

Ognuno dei due Augusti, poi, si prese come collaboratore un generale subordinato col titolo di Cesare, che, in caso di morte dell’Augusto, ne avrebbe raccolto la successione.
Con questo sistema di quattro imperatori contemporanei, o Tetrarchia, Diocleziano sperò di aver disciplinato la realtà del potere personale di più generali, cointeressandoli al mantenimento dell’Unità dell’Impero e alla sua difesa contro i Barbari.
In secondo luogo, Diocleziano prese atto dell’abbandono in cui era restata la capitale dell’Impero, Roma. Anziché nell’Urbe, dunque, gli Augusti fissarono rispettivamente la propria sede a Nicosia, nell’Oriente e a Milano nell’Occidente, mentre i Cesari s’insediavano a Treviri, sul confine del Reno, e a Sirmio (nei pressi dell’attuale Belgrado), sul confine del Danubio.

In tal modo essi sarebbero stati continuamente in contatto con le truppe presidianti i confini e in grado di sorvegliare da vicino la difesa contro i Germani e i Parti.

Diocleziano, pur non risiedendo a Roma, volle dare un saggio della sua magnificenza nell’Urbe, ideando quelle Terme che incaricò il suo collega Massimiano di costruire.

L’intero edificio delle Terme di Diocleziano fu infatti eretto in un tempo molto breve, in meno di sette anni. I lavori iniziati nel 298 da Massimiano al suo ritorno dall’Africa e condotti nel nome del suo collega maggiore Diocleziano, terminarono tra il maggio del 305 e il luglio, dopo l’abdicazione degli stessi Diocleziano e Massimiano.

Il risultato fu comunque eccezionale: le Terme di Diocleziano costituirono il più grandioso ed il più perfetto degli edifici termali del mondo antico, anche se fu costruito, in gran parte, sulle sofferenze fisiche e morali, per la moltitudine di cristiani costretti a lavorarvi per colpa della loro fede.

Per quanto riguarda la grande persecuzione dei cristiani che va sotto il nome di Diocleziano, è ormai storicamente accertato che di tale persecuzione Diocleziano ne porta solo il nome, perché il vero esecutore ed istigatore fu il suo collega Massimiano, mentre Diocleziano si dimostrò, nel riguardo dei cristiani, alquanto tollerante.

Diocleziano abdicò nel 305, ma già nel 293, aveva fatto iniziare il suo palazzo imperiale a Spalato (antica Salonia, oggi Split – Croazia), ove andò ad abitare dopo la sua abdicazione, da semplice privato, facendosi costruire anche un Mausoleo che avrebbe dovuto conservare le sue spoglie dopo la morte, avvenuta nel 313.

Oggi il Mausoleo è dedicato alla Vergine, ma dal IX secolo si menziona sempre più come Chiesa di S. Doimo, primo vescovo salonitano e martire cristiano all’epoca delle violente persecuzioni dei cristiani che vanno sotto il nome di Diocleziano.

Rielaborazione di Giuseppe valeri

 
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