Visita dei tre Angeli ad Abramo (cm 21,4x29,3) Reggio Calabria, Museo della Magna
Grecia.
La tavoletta presenta tagli irregolari sui lati minori (della figura di Abramo,
a destra, è visibile solo un lembo di stoffa rossa) e, allo stesso modo
del San Gerolamo penitente, tracce di doratura su quelli maggiori.
Registrata nei vecchi inventari del Museo con la dicitura "scuola di Antonello",
si deve a L. Venturi (1908) la prima attribuzione al pittore messinese che trova
concorde, sia pure con qualche perplessità, gran parte della critica.
Il soggetto, inteso prima come una scena notturna con un presepe o una natività,
è stato individuato correttamente da Brunelli (1908), mettendo a confronto
il dipinto reggino con il gonfalone raffigurante la Visita dei tre angeli ad
Abramo attribuito ad Antonino Giuffrè già nella chiesa della Triade
di Forza d'Agrò.
L'esatta interpretazione del tema iconografico viene confermata dalla tavola
di analogo soggetto dell' Art Museum di Denver, resa nota da Fiocco (1937) e
attribuita al pittore provenzale Josse Lieferinxe, non escludendo così
l'ipotesi di Bottari (1937; 1939) che possa trattarsi di una derivazione da
"un modello vaneyckiano o comunque di ascendenza vaneyckiana, forse di
Petrus Christus". Come per il San Gerolamo penitente, gli elementi di cultura
fiamminga e l'avvio di nuove ricerche prospettiche - si pensi al "teoremino
in prospettiva del tavolinetto tondo" notato da Longhi (1953) oltre a confermare
lo stesso tempo di esecuzione delle due opere, rendono più plausibile
una datazione negli inoltrati anni sessanta.
(Gioacchino Barbera. Antonello da Messina. 1997 by Electa Milano. Elemond
Editori Associati. Banco Ambrosiano Veneto).