S. Sebastiano
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Martirio di San Sebastiano, del Domenichino

Domenico Zampieri detto il Domenichino (1581-1641) eseguì l'opera con la tecnica della pittura ad olio su muro per l'altare del santo nella Basilica Vaticana. Trasferita in Santa Maria degli Angeli, subì qualche danno nelle operazioni di distacco e di messa in opera (cavaliere a destra). Come sempre, il pittore bolognese, allievo dei Carracci, non è interprete felice nelle composizioni religiose per le quali doveva sottostare ai consigli ed alle imposizioni dei committenti, anche se le sue opere pervengono sempre ad un insieme di grande elevatura artistica. 

Raffigura, in un insieme drammatico e movimentato, il martirio di San Sebastiano attuato da Diocleziano e da cui si salvò, in un primo momento, per l'intervento divino. La storia infatti narra che, lasciato per morto, fu raccolto e guarito da Sant'Irene. Ma il rimprovero che poi mosse all'imperatore per la sua feroce persecuzione dei cristiani gli procurò la morte per flagellazione. Il suo corpo fu in seguito sepolto nelle catacombe che portano il suo nome, sull'Appia Antica, dalla vedova cristiana Lucina.

Qui si evidenzia il momento dell'accoglimento, da parte di Cristo, del santo circondato dalla folla degli astanti che vengono allontanati dal centurione a cavallo, mentre un angelo scende con i simboli del martirio: la palma e la corona.

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