Matteo Catalani
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Matteo Catalani (Storico)

Rimase con Antonio e dopo la sua morte subentrò nella cura della chiesa insieme ai Certosini; ordinò gli scritti di Antonio e scrisse all'inizio del '600 la sua vita nella "Historia della chiesa di S. Maria degli Angeli", pregato a ciò dalle devote persone che facevano parte della Confraternita di S. Maria dei Sette Angeli, i cui maggiori benefattori egli fece ritrarre insieme al fondatore Antonio Lo Duca, al Papa Pio IV, ecc. in un grande quadro che fece collocare nella cappella di sua proprietà, la prima funzionante, dove nel 1550 era stato posto il quadro dei Sette Angeli e uno più grande ne fece eseguire da Domenico Tibaldi da Modena, rappresentante i Sette Angeli che adorano il Verbo di Dio fatto uomo; da qui l'appellativo di Cappella del Salvatore.

Fin dal 1572 vi fu sepolta una Caterina Dorotea Catalani. Nel 1574 Gregorio XIII concesse il privilegio per i defunti e anche negli statuti della Confraternita i componenti avevano diritto a un dato numero di Messe dopo la loro morte.

Il ritratto del Catalani al centro del quadro dei personaggi è confermato da un documento vaticano: Arch. Segr. Arm. VII, fol. 494 del Reg. 112 (Cf. C. Bernardi S., pag. 121).

Il Catalani si occupò della chiesa e del culto di S. Maria di Costantinopoli "della Natione Siciliana" (chiesetta al Tritone) a Roma e a Malta.

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