Transetto
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Il transetto

 Ricavato dall'antico tepidarium delle Terme dioclezianee che, prima     Michelangelo e Jacopo Del Duca, poi Vanvitelli, adattarono con opere di restauro, ristrutturazione e decorazione plastica, portandolo all'aspetto attuale.         

La visione d'insieme è maestosa e solenne, nel rispetto che questi grandi architetti ebbero per la primitiva costruzione imperiale, serbando le misure originali nelle altezze e nella scansione spaziale e decorativa. Per avere un'idea delle imponenti dimensioni basta riportare l'altezza della chiave delle volte a crociera: oltre 29 metri, mentre le colonne, compresa la base ed il capitello, più la trabeazione, raggiungono 17,14 metri.

La circonferenza delle colonne è di 5,10 metri ed il diametro di 1,62 metri. Le pareti, scandite da paraste e lesene in finto marmo rosso di Cottanello, presentano riquadrature e cornici con decorazioni plastiche che accolgono gli enormi otto dipinti provenienti dalla Basilica di San Pietro e qui collocati nella prima metà del '700. 

L'immensa sala è illuminata da finestroni a tre luci, negli arconi d'accesso alle cappelle di San Bruno e del beato Niccolò Albergati, e da altri quattro ad una luce, con dipinti laterali a forma di mezzelunette, nei quali Niccolò Ricciolini     (sec. XVIII) raffigurò profeti, sibille e condottieri. 

Soltanto i finestroni che si aprono sui grandi archi d'accesso al vestibolo e al presbiterio, già esistenti all'epoca degli interventi vanvitelliani, si differenziano dagli altri per la forma curveggiante delle modanature a doppia voluta e per la più ricca decorazione plastica. 

Nel pavimento settecentesco, opera dell'architetto Giuseppe Barberi, si nota, nel braccio destro del transetto, la celebre "Meridiana" voluta da Papa Clemente XI Albani e commissionata al canonico Francesco Bianchini (1662-1729) per il Giubileo del 1700. 

Questi, famoso astronomo ma altrettanto insigne matematico, archeologo, storico e filosofo, la realizzò in pochi anni con l'aiuto anche dell'astronomo G. F. Maraldi, nipote di G. D. Cassini, autore di quella di San Petronio a Bologna. (Per ulteriori notizie, consultare "La meridiana di Santa Maria degli Angeli" di A. Schiavo, edita dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1993).

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