Coro dei Certosini
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Cappella dell'Epifania (o Coro dei Certosini)

Dal portale a sinistra dell'altare maggiore si accede all'odierna sacrestia, che si presenta coperta con volta a botte e con una ricca decorazione settecentesca. Da quest'ambiente si passa all'antica sacrestia michelangiolesca che, intorno al secondo e al terzo decennio del '700, assunse l'aspetto attuale di vasta sala, con volta a padiglione, adibita a coro dei Padri Certosini.

Tale coro, prima posto nel Presbiterio, fu trasferito nel nuovo ambiente allorché, per volere del Pontefice Benedetto XIII Orsini, cominciarono ad arrivare i primi grandi dipinti della Basilica Vaticana che iniziarono ad essere collocati al di sopra degli stalli lignei. Il nuovo Coro dei Padri fu arricchito con l'altare dedicato all'Epifania, consacrato dallo stesso Pontefice il 6 ottobre 1727 e su cui fu posto un quadro rinascimentale con il medesimo tema. Da questo momento, l'antica sacrestia michelangiolesca prese il nome di Cappella dell'Epifania o Coro dei Certosini. Prima d'accogliere l'altare, la sala si arricchì di una pregevole decorazione tardo barocca dovuta al pittore pistoiese Luigi Garzi (1653-1721). 

Sulle pareti egli dipinse storie della vita del Santo fondatore, Brunone di Colonia, quali "L'incontro di San Bruno in preghiera tra i boschi delle Serre calabre col conte Ruggero il Normanno", "La conferma dell'ordine da parte di Papa Vittore III" (secondo R. Cantone) oppure "L'approvazione dello statuto (1776) da parte di Papa Alessandro III".

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