Precessione degli Equinozi
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La Stella Polare indicherà sempre il Polo Nord? : la "Precessione degli Equinozi"

 La rotazione della Terra avviene attorno ad un asse puntato verso un punto della volta celeste che è il Polo Nord. Questo punto è molto vicino ad una stellina posta all'estremità del timone della Costellazione chiamata Orsa Minore, ma non coincide con essa. C'è soltanto una buona vicinanza e questa, a sua volta, non è permanente, ma tutto ciò è sufficiente a spiegare il nome di Stella Polare attribuito attualmente ad essa.

Cerchiamo di vedere, nel modo più elementare possibile, come stanno le cose.

La Terra non è una sfera perfetta ma è caratterizzata da un rigonfiamento equatoriale. In conseguenza le forze di attrazione esercitate dal Sole e dalla Luna sulla conformazione terrestre fanno sì che l'asse di rotazione non mantenga una posizione fissa nello spazio ma si sposti molto lentamente descrivendo un doppio cono avente come vertice il Centro della Terra. Anche i Pianeti, con la loro forza di attrazione, concorrono a generare lo spostamento. In conseguenza l'estremità dell'asse, attualmente puntata verso la Stella Polare, si sposta con lenta regolarità, disegnando un cerchio che tocca via via regioni diverse della volta celeste. Analogamente si comporta l'estremità dell'asse rivolta verso Sud.

Questo movimento fa sì che la stellina che oggi ha il privilegio di indicare il Nord è destinata a perdere lentamente questa sua funzione che verrà gradualmente assunta da altre stelle. La perdita non è eterna: lo spostamento annuo complessivo è valutato attualmente in 50 secondi e 25 centesimi di arco. Dividendo 360° per questo spostamento annuale vediamo che occorrono circa 25800 anni affinché sia compiuto l'intero percorso delle due estremità opposte dell'asse.

Dunque l'attuale stellina che è oggi il punto di riferimento visivo prevalente per determinare la direzione del Nord tornerà alla sua funzione attuale tra altrettanti anni ma nel frattempo il ruolo di Stella Polare sarà stato svolto, a turno, da altre stelle che si trovano più o meno prossime alla traiettoria ideale dell'estremità dell'asse terrestre.

Questo fenomeno è detto "Precessione degli Equinozi", perché fa slittare di 360°, nello stesso periodo, il punto in cui l'Eclittica interseca l'Equatore Celeste, attraversato dal Sole all'Equinozio di Primavera. È intuitivo che il cambiamento nello spazio della direzione dei Poli comporta lo spostamento dell'intersezione dell'Equatore Celeste con l'Eclittica e quindi la modifica delle coordinate stellari basate sul sistema equatoriale. In una descrizione della Meridiana di Santa Maria degli Angeli l'argomento non può essere approfondito ulteriormente senza travalicare, appesantendola, la natura del presente lavoro. Sono sufficienti i richiami necessari a dare, nei debiti punti di questo lavoro, una spiegazione ad una ricchezza dello strumento, cioè l'indicazione dell’Ascensione Retta, nel 1701, di alcune stelle particolarmente importanti e ad illustrare, in uno specifico paragrafo di queste pagine, sia pure sommariamente, l'altra Meridiana costruita da Francesco Bianchini: la Meridiana Boreale. Il cenno è pure necessario per meglio comprendere il senso delle costellazioni dello Zodiaco che incorniciano i due lati della Linea Meridiana. A causa della precessione degli Equinozi esse sono diventate meri segni convenzionali, conservati per rispettare la tradizione: non coincidono più con le Costellazioni attraversate dal Sole, nel suo tragitto annuale, nelle stesse date del passato.

(Da Mario Catamo e Cesare Lucarini “Il Cielo in Basilica - La Meridiana di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma” Roma, 2002, edizione A.R.P.A. - AGAMI, , rilievi fotografici di Fabio Gallo)

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