Il foro originale
Si è visto che Francesco Bianchini ha praticato, per
quanto è attestato dalla sua descrizione, un foro orizzontale di 2 cm di
diametro. Un foro di queste dimensioni, all'altezza di 20.34 metri, adempie
perfettamente la sua funzione di proiettare con buona nitidezza l'immagine
solare anche alla massima distanza, che è quella del Solstizio Invernale. Va
ribadito che si tratta proprio dell'immagine solare e non dell'immagine del
foro, cosa che oltre ad essere nota sul piano teorico è anche verificabile
sperimentalmente osservando le fotografie scattate da uno degli Autori di
queste pagine in occasione dell'Eclisse totale di Sole dell'11 agosto 1999,
che a Roma fu soltanto parziale.
Il foro è un foro stenopeico, il quale ha la
proprietà, in ragione delle sue dimensioni (molto piccole) e della grande
distanza dallo schermo (in questo caso il pavimento della Chiesa) di fornire
l'immagine capovolta e rovesciata della sorgente, l'immagine cioè del
Sole e non del foro.
È accaduto che, per un tempo non esattamente determinabile allo stato
attuale delle ricerche, è stato attivo un secondo foro, verticale, praticato
nella finestra metallica che sovrasta la lamina di bronzo di Bianchini e che
ora è sempre chiusa, mentre ai tempi d'oro delle rilevazioni settecentesche
veniva aperta per consentire la visione, con lunghi cannocchiali, del
passaggio al Meridiano delle Stelle, per osservare le Eclissi Lunari e per
rilevazioni planetarie.
L'apertura di un secondo foro, in data ignota e da
parte di ignoti, è un evento singolare, assente in ogni altra Meridiana
della stessa tipologia, non spiegato e non spiegabile razionalmente. L'epoca
è ignota, ma ricerche nella Fototeca del Ministero dei Beni Culturale e
Ambientali, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, ci ha
permesso di rintracciare una fotografia eseguita nel 1954, in cui è
chiaramente visibile l'esistenza di un solo foro (e marginalmente di una
minuscola fessura dovuta ad un'imperfetta connessione della lastra di bronzo
orizzontale con la sovrastante finestrella metallica verticale). Dunque la
manomissione è avvenuta dopo il 1954. È abbastanza evidente che l'artefice
del secondo foro, non era del tutto incompetente: il foro è collocato in
posizione tale da assicurare la sovrapposizione relativamente buona degli
assi maggiori delle due ellissi proiettate sul pavimento, ma non quella,
impossibile, degli assi minori. Il risultato è stato che per lunghi anni si
sono viste sulla Linea Meridiana due ellissi intrecciate, le cui immagini
hanno nociuto gravemente alla funzionalità dell'impianto.
È anche sorprendente che Autori di monografie e di articoli sulla Meridiana
non si sono mai accorti del danno oppure non hanno voluto parlarne. Il caso
più singolare è quello di una pubblicazione
in cui sono riprodotte fotografie dove appaiono nettamente visibili le due
ellissi, dall'Autore attribuite allo spessore della lamina contenente il
foro (spessore in realtà così sottile da non poter provocare alcuna doppia
immagine) e … "alla penombra"! Un semplice sguardo verso l'alto gli avrebbe
permesso di scorgere chiaramente la sagoma dei due fori.
Dall'ottobre del 2001 Mario Catamo e Cesare Lucarini, Autori di queste pagine, verificata
attentamente la causa della doppia immagine, hanno provveduto a ripristinare
la funzionalità della Meridiana nel modo meno invasivo possibile, schermando
cioè il foro abusivo con una lastrina di ottone, che è rimovibile per
consentire a studiosi, a esperti e a chiunque ne abbia titolo, di verificare
de visu l'entità del danno che ha compromesso per anni la Meridiana.
È accaduto anche che sia stato manomesso, in epoca ancora più difficilmente
precisabile, lo stesso foro originale di Bianchini, che non è più un cerchio
di due centimetri di diametro, secondo la sua precisa descrizione, ma una
sorta di ellisse irregolare con l'asse maggiore di 4.8 centimetri e quello
minore compreso tra 1.5 e 1.8 centimetri, a seconda del punto in cui lo si
misura. Con questo ulteriore intervento non si sono avuti effetti gravemente
devastanti: tra le proprietà del foro stenopeico c'è, fortunatamente, anche
quella dell'indifferenza della sua forma, e quindi esso continua a
proiettare l'immagine del Sole malgrado la deformazione subita. Un danno
tuttavia c'è. Attorno all'ellisse solare si forma una sottile fascia di
"penombra" la cui luminosità di riduce gradualmente via via che si passa
dalla luce viva dell'immagine solare all'ombra esterna. Questa fascia è in
relazione geometrica con il diametro del foro e secondo gli Astronomi
settecenteschi che hanno descritto le Meridiane di questa tipologia è pari
al semidiametro del foro stesso. L'ellisse, diversamente dal cerchio, ha
ovviamente due "diametri", l'asse maggiore e l'asse minore. A causa della
posizione del foro divenuto ellittico e "allungato" in direzione
approssimativamente ortogonale alla Linea Meridiana per effetto della
manomissione, si verifica una lieve espansione dell'anello di "penombra" sul
bordo orientale e su quello occidentale dell'immagine solare. L'espansione
si avverte appena verso il Solstizio Invernale, quando l'ellisse luminosa è
molto lunga e larga, ma diviene più facilmente misurabile tra gli Equinozi e
il Solstizio Estivo. Constatando questa situazione, un Autore
ha elaborato una curiosa teoria, da lui denominata "inversione degli assi",
che non ha fondamento geometrico e fisico. La forma leggermente schiacciata
dell' ellisse tra il bordo settentrionale e quello meridionale, meglio
percepibile nel periodo prossimo al Solstizio estivo, è dovuta unicamente
alle ragioni esposte sopra, cioè all'allargamento del foro, deformato in
ellisse. Questo allargamento, presumibilmente nella direzione orientale, ha
inoltre determinato lo spostamento, nella stessa direzione, del centro del
foro, che ora non può più essere esattamente sulla verticale rispetto al
punto perpendicolare. Un tale evento può concorrere, con altri fattori, ad
un piccolo anticipo o ritardo della Meridiana. Un ritardo molto lieve, come
meglio vedremo in seguito, è attualmente riscontrabile nel funzionamento
dello strumento.
Benché non necessaria, Catamo e Lucarini hanno eseguito una verifica sperimentale:
sovrapponendo all'ellisse attuale, in prossimità del Solstizio Estivo del
2002, una sagoma che riproduceva un foro circolare come quello originario,
hanno potuto constatare immediatamente la formazione sulla Linea Meridiana
di un'ellisse con gli assi disposti secondo le corrette regole geometriche.
Eseguito l'esperimento hanno rimosso la sagoma, poiché l'eventuale
decisione di un intervento risolutivo, ben più invasivo di quelle della
schermatura, già eseguita, del foro verticale, non può che essere riservata
ai competenti organi dello Stato.