Ascensioni delle Stelle
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Le Ascensioni Rette delle Stelle 

L'attenzione dei visitatori oltre che sulle numerazioni ai due lati della Linea Meridiana, il cui significato ci auguriamo che sia chiaramente spiegato nella descrizione precedente, si sofferma su una serie di nomi settecenteschi di Stelle, ai due lati della Linea, accompagnati da indicazioni in gradi, minuti e secondi. Vediamo di comprenderne il significato.

Per rappresentare la posizione di un Astro nel cielo si possono configurare diversi sistemi di coordinate. Il sistema che permette di determinare coordinate (relativamente) fisse è quello detto "Equatoriale" che si ottiene proiettando anzitutto sulla sfera celeste, dal centro della Terra, i nostri due Poli e l' Equatore. La proiezione dell'Equatore corrisponderà al luogo di tutti i punti della volta celeste equidistanti dai Poli e sarà il circolo di riferimento per la determinazione della "latitudine" degli Astri, rispetto all'Equatore, detta Declinazione. Per la "longitudine" invece la proiezione di un Meridiano terrestre non ha nessun senso perché non troverebbe un preciso riferimento nella volta celeste. La funzione che svolge il Meridiano di Greenwich per determinare la Longitudine sulla Terra deve essere attribuita, nella volta celeste, ad un punto di partenza che abbia un riscontro astronomico e questo è stato trovato nell'intersezione dell'Equatore stesso con l'Eclittica, cioè con il circolo massimo rappresentato dal percorso del Sole nel suo movimento annuale sulla volta celeste. Questo punto è esattamente determinabile ed è chiamato punto g o punto vernale[19] perché viene raggiunto dal Sole all'Equinozio di Primavera (vernale significa "primaverile" e non invernale, come ha scritto qualcuno). Il cerchio massimo passante per i Poli e per il punto vernale è il secondo circolo di riferimento che ci permette di indicare con esattezza la "longitudine" di una Stella.

La "latitudine" di un Astro è chiamata "Declinazione"; con riferimento al Sole è stata già richiamata in precedenza; la "longitudine" è chiamata "Ascensione Retta" e non deve essere confusa, nel caso del Sole, con la Longitudine eclitticale. (foto 17) La prima è misurata sull'Equatore, la seconda sull'Eclittica. Accade però che mentre la posizione dei Poli e quindi dell'Equatore Celeste è immutabile (ma misure accurate sembrano rivelare talvolta spostamenti estremamente piccoli dei Poli), non lo è quella del punto g. Per il fenomeno descritto nel riquadro "La Stella Polare indicherà sempre il Polo Nord?", fenomeno che prende il nome di "Precessione degli Equinozi", il punto g arretra lentamente nel tempo e conseguentemente mutano altrettanto lentamente le coordinate astronomiche delle Stelle.

Questo non toglie valore alla loro conoscenza, intanto perché le coordinate restano sostanzialmente valide a breve termine e poi perché, conoscendo le leggi di variazione, è sempre possibile risalire a determinazioni precedenti o successive.

Francesco Bianchini ha fatto incidere, a destra della Linea Meridiana, i valori, calcolati per il 1701, delle Ascensioni Rette di 22 Stelle, con i loro nomi settecenteschi e con due stelline di bronzo accanto, una a destra e l'altra a sinistra, di grandezza variabile a seconda della magnitudine. La posizione di ciascuna delle 22 Stelle è determinata dalla distanza zenitale al momento del passaggio al Meridiano e perciò esse sono disposte dall'estremità meridionale della Linea a quella settentrionale, in ordine di distanza zenitale crescente. Incredibilmente l'iscrizione "STELLARUM NOMINA" (Nomi delle Stelle) è diventata, forse già in vecchi restauri "STELLARUM NOMMA".

La disposizione in ordine di distanza zenitale crescente si traduce, sottraendo ai rispettivi valori la latitudine del luogo, in disposizione secondo la declinazione delle stelle, che sarà boreale se il risultato è negativo, australe se il risultato è positivo. Le Stelle Boreali, quelle cioè più facilmente visibili alle nostre latitudini, trovano la loro necessaria collocazione nella porzione meridionale della Linea Meridiana, quella che va dal Cancro (segno del Solstizio d'Estate) agli Equinozi (segni di Ariete e Bilancia). Le Stelle Australi, più familiari a chi vive nell'Emisfero Meridionale della Terra, ma in parte visibili anche da noi in ore e date idonee della notte, trovano la loro collocazione nella porzione settentrionale della Linea Meridiana, che va dagli Equinozi al Capricorno (segno del Solstizio d'Inverno).

In questo modo la Linea Meridiana riflette, con i limiti derivanti dalla posizione allineata lungo una retta, una sorta di parziale mappa della volta celeste.

Questa mappa, in buona misura scomparsa per effetto del calpestio secolare, risulta comunque notevolmente alterata con recenti restauri, quando si sono volute ripristinare, con incisioni, le posizioni di tutte le 22 Stelle. Calcoli trigonometrici facilmente eseguibili utilizzando le tangenti incise a fianco della Linea Meridiana dimostrano che ben quattro Stelle boreali risultano collocate nella porzione australe della Linea. Le elenchiamo con i loro nome settecenteschi: "Pegasi Os", "Leonis Cauda", "Geminorum Pes Lucidus", "Arietis Lucida". Tutte queste Stelle hanno declinazione settentrionale e non possono in nessun caso essere state collocate da Bianchini nella posizione attuale. In realtà Bianchini non le ha indicate affatto, avendo utilizzato altre stelle per la porzione della Linea che va dal Cancro agli Equinozi. A solo titolo di esempio possiamo prendere in considerazione "Arietis Lucida", confinata quasi all'estremità della Linea: non soltanto con il calcolo ma anche con un attento esame della fonte utilizzata da Bianchini, le precise "Tavole Astronomiche"redatte nel 1700 dal Matematico e Astronomo Filippo de La Hire, si può stabilire che la posizione in questione era occupata dalla Stella "Scorpii in Fronte Australis". Collocare "Arietis Lucida" in posizione australe è come collocare su un atlante geografico Stoccolma al posto di Sidney e la stessa considerazione vale per le altre tre Stelle.

Non è possibile approfondire in questo testo tutte le problematiche connesse all'eventuale ripristino delle posizioni corrette delle 22 Stelle. Valgano soltanto gli esempi citati, come avvertenza per i visitatori, affinché considerino con cautela i nomi delle Stelle e i dati ad esse relative incisi ai lati della Linea.

Storicamente peraltro queste indicazioni, se esatte, sono significative: confrontandole con i valori attuali si può constatare la variazione di Ascensione Retta causata dalla Precessione degli Equinozi.

Con facili operazioni, già accennate, è possibile determinare anche la Declinazione delle Stelle nel 1701, ottenendo così, mediante il confronto con i dati attuali, la conferma della Precessione degli Equinozi. Non si pensi a variazioni ingenti, per le quali non bastano 300 anni. Prendiamo ad esempio la prima delle Stelle indicate da Bianchini, Arturo, brillante Stella di prima grandezza della Costellazione di Boote, ben visibile alle nostre latitudini durante l'Estate. La sua Ascensione Retta è aumentata di circa tre gradi e mezzo dal 1701 ad oggi, e la sua Declinazione è diminuita di poco più di un grado e mezzo.

Malgrado malaugurati errori queste indicazioni rappresentano un indubbio arricchimento della Linea, che acquista un particolare significato se si pensa a come procedeva Francesco Bianchini per determinare i valori delle Ascensioni Rette delle Stelle. In verità disponeva delle tavole di Filippo de La Hire, in cui i valori erano già calcolati, ma era in grado di eseguire le sue rilevazioni con perizia sia di giorno che di notte, utilizzando enormi cannocchiali lunghi sino a 20 metri, che consentivano l'osservazione delle Stelle anche in pieno giorno. Per eseguire le osservazioni veniva aperta la finestrella metallica che sovrasta il foro gnomonico e si inseriva una lamina metallica contenente un sottile traguardo verticale che materializzava il Meridiano e verso di esso si puntava il cannocchiale. La finestrella è parzialmente occultata dal grande stemma di Clemente XI ed è quella stessa in cui fu praticato il foro verticale anomalo di cui abbiamo parlato prima.

Nell'esaminare sotto gli innumerevoli possibili aspetti la Linea Meridiana, abbiamo scoperto un particolare probabilmente inedito. I tanti e grandi finestroni della Chiesa presentano all'esterno, senza possibilità di dubbio, i montanti, le intelaiature e in qualche caso gli anelli destinati a reggere e a manovrare grandi tendaggi. Ci appare fondata la supposizione che essi siano serviti per oscurare la Chiesa durante le osservazioni diurne del Sole e delle Stelle: segno di una sensibilità, di una attenzione e di un rispetto per il lavoro degli Astronomi che colpisce profondamente.

(Da Mario Catamo e Cesare Lucarini “Il Cielo in Basilica - La Meridiana di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma” Roma, 2002, edizione A.R.P.A. - AGAMI, , rilievi fotografici di Fabio Gallo)

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