Interessamento del Papa
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La costruzione e la vita della Certosa

Il Papa ha sempre manifestato lungo i secoli un visibile interesse particolare per la Certosa di Roma, anche indipendentemente dal fatto che là risiedeva la Procura Generale. Infatti tale Casa "rappresentava" l'Ordine certosino presso il Capo della cristianità. Questo risulta anche solo dai lavori di restauro o di costruzione delle celle.

Nel novembre del 1603 Clemente VIII fu in visita alla Certosa, e dopo averne lodata la solitudine e la vita regolare, si rammaricò perchè non era possibile continuare ad erigere le celle. Fu lui a pensare a contributi che le Case di Spagna e di Francia avrebbero potuto versare a tal scopo, tanto che scrisse un Breve in quel senso al nostro Reverendo Padre. il Capitolo Generale dell'anno successivo emanò un'ordinanza secondo le intenzioni del Papa, il quale però moriva di lì a poco e dalle Cronache non risulta che la fabbrica proseguisse. 

Nel 1628 si ha notizia di una Visita apostolica prescritta dal Papa alla Certosa. Gli atti registrano una comunità di quindici monaci, di cui dieci sacerdoti e cinque laici. E' interessante la menzione che la chiesa ha sei cappelle laterali. Sono proposti vari miglioramenti: un tabernacolo più grande all'altare maggiore, nuovi dipinti per sostituire i vecchi rovinati dall'umidita, ecc. 

Un'altra notizia circa la chiesa della Certosa risale al 1660 quando Alessandro VII ordina al card. Lorenzo Imperiali di far la visita della certosa insieme al vescovo di Mariano. Fu una visita attesa! il Papa era stato mosso da interessamento pastorale, poichè alcuni monaci accusavano il priore di infedeltà alla vita regolare, ecc. Le deposizioni si avverarono false e i visitatori mantennero in carica il priore, vero certosino. Negli atti della Visita c'è un prezioso inventario della sagrestia e delle sue reliquie.

Nell'anno santo del 1700 il priore della Certosa eresse un altare a s. Bruno. Vi celebrò la prima messa il Card. Gianfranco Albani. Di lì a poco eletto papa col nome di Clemente XI, conservò amore per quella chiesa e vi fece eseguire sul pavimento una meridiana. Aveva infatti stabilito una Commissione per la riforma del calendario e incaricò Mons. Biancini, segretario di quella Commissione, di erigere un gnomone per regolare con precisione il corso dell'anno. Il Papa fece poi coniare una medaglia in commemorazione della difficile opera portata egregiamente a termine.

Nel 1740 la prima uscita di Benedetto XIV, dopo la sua elezione al soglio pontificio, è per andare a pregare in Santa Maria degli Angeli con tutto il suo seguito. Alcuni mesi dopo il medesimo Papa indice un giubileo universale per il salutare governo del suo pontificato e si reca in processione da Santa Maria degli Angeli a Santa Maria Maggiore. (7) 

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(7) I giubilei straordinari sono processioni con indulgenze celebrate all'inizio del pontificato o per implorare aiuto dal Signore in bisogni estremi, calamità, peste, con processione penitenziale.


Lo stesso faranno Clemente XIII nel 1758 e Clemente XIV nel 1759 all'inizio del loro pontificato, partecipando alla suddetta processione, che iniziava da S.Maria degli Angeli. Clemente XI (1719) e Innocenzo XIII (1721) contro la pestilenza andarono a celebrare in S. Maria degli Angeli, e con la consueta processione tornarono nella Basilica Lateranense. Pio VI fece to stesso per implorare la pioggia nel 1779. 

Talvolta il Papa è intervenuto direttamente per sanare contrasti o rimediare a difficoltà sorte in questa Certosa. Ciò risulta con rilievo particolare durante il priorato di D.Giacomo Gaillard. Siamo nei decenni precedenti la Rivoluzione Francese. Lo stato morale dell'Europa è basso, anche tra i religiosi. In una
lettera Benedetto XIV nell'aprile del 1752 lamenta come nel regno di Napoli "ogni cosa sia contaminata."(8)
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(8) In questa lettera il Papa tuttavia riconosce la validità certosina nella Chiesa in questi termini: L'Ordne certosino merita tutto, e se è in Francia il più esemplare, lo è ancora in tutta l'Italia, e quanto poi al Regno di Napoli, diremo che è il meno cattivo di tutti gli altri, essendo in esso ogni cosa contaminata. (Chartreuse de Roma. Manoscritto di D. Palèmon Bastin, Archives de la Grande Char­treuse, 5-5 208a).

Non meraviglia quindi che rimostranze fossero sorte in seno alla comunità della Certosa romana da parte di alcuni religiosi per motivi non esattamente edificanti: costoro si erano rivolti alla S. Congregazione per ottenere che non si continuasse a incaricare del priorato e della procura religiosi francesi: inoltre D. G. Gaillard era accusato di essere estremamente rigido, quasi inumano, specie coi malati e gli afflitti. 

La condotta seguita dal Pontefice in questa faccenda è carica di buon senso e di prudente saggezza. Egli farà inchieste accurate, e poi con tatto difenderà il superiore, valutandone l'onestà e l'abilità; però saprà anche adattarsi alle esigenze di religiosi un po' deboli e insisterà per conceder loro una ricreazione non prevista dalla Regola, ma ormai concessa dall'uso in quei tempi ad alcune Case d'Italia, perché egli scriverà con fine bonomia, chi troppo la tira la strappa. Purtroppo i guai non finiranno là e più volte ancora il Papa dovrà cercare di tamponare la situazione riconoscendo sempre le doti di D. Gaillard ma dovendo anche ammettere una certa mancanza di tatto e di magnanimità.

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